Scuola, addio alle vecchie pagelle

Ora la valutazione riguarda aree di più materie. Con un approccio pratico


Sergio Vastarella


TRENTO. Una scuola meno nozionistica e più legata alla concretezza del "saper fare". Dove la conoscenza della geografia viene valutata anche attraverso una gara di orienteering. Cambia la filosofia che sta alla base della scuola trentina. Le materie classiche lasciano spazio ad aree di apprendimento allargate (con pagelle innovative). E alle elementari e medie si sostituiscono i quattro bienni.

Innovazione, ecco il termine che negli ultimi due anni sembra diventato la parola d'ordine della scuola trentina dove insegnanti, dirigenti e ricercatori si sono rimboccati le maniche per realizzare, con l'aiuto di esperti nazionali, i nuovi piani di studio che dal prossimo anno riguarderanno tutti gli studenti dai 6 ai 14 anni. Tra le molte novità spiccano, a partire dal corrente anno di scuola, un tipo di insegnamento innovativo basato sullo sviluppo di competenze attraverso "compiti di realtà", nuove pagelle per gli alunni di I e II primaria e la certificazione della maturazione di competenze per gli alunni di II "superiore". Già lo scorso anno gli alunni di prima "elementare" hanno ricevuto delle schede di valutazione diverse dalle precedenti: al posto delle vecchie "materie" i voti hanno riguardato aree d'apprendimento (invece di tre voti, ad esempio, per matematica, scienze e tecnologia, ne è stato assegnato uno unico per l'area matematico-tecnico-scientifica) e quest'anno toccherà a prima e seconda per poi, in alcuni anni, portare a regime l'intero sistema delle primarie con sei aree che raggruppano tutte le discipline.

Altra grande novità riguarda i piani di studio: in passato era il ministero stesso a consegnare per ogni classe un'articolazione dei saperi e delle abilità che gli insegnanti dovevano inserire nei propri piani di lavoro annuale. Ora la Provincia ha proposto delle linee guida con cui gli istituti comprensivi hanno realizzato e stanno ultimando i piani di lavoro di istituto che caratterizzeranno dal prossimo anno scolastico ogni diversa zona con le proprie specificità. In sostanza fino ad ora la scuola, in genere, si è sforzata di trasmettere e valutare conoscenze (date, capitali, luoghi, formule...) ed abilità (saper scrivere, calcolare, comporre...); oggi la scuola trentina, attraverso questa profonda riforma che prevede lo svolgimento di compiti "autentici", sta puntando ad un modello di lavoro riferito alla competenza, alla capacità cioè di impiegare in situazioni reali ciò che si sa e che si sa fare, preparando più concretamente gli studenti ad affrontare la vita fuori dalle aule: per la competenza di geografia che riguarda l'orientamento si potranno ad esempio valutare gli alunni attraverso una gara di orienteering, un compito autentico che esce dalla tradizionale simulazione scolastica.

I percorsi di studio realizzati hanno ricevuto importanti apprezzamenti anche al di fuori del suolo provinciale, come ad esempio il lavoro sull'italiano della Rete dell'Avisio (valli di Cembra, Fassa e Fiemme), revisionato dall'Accademia della Crusca che ne ha indicato punti di forza e parti da sviluppare, e quello di matematica dello stesso gruppo che è stato validato dalla professoressa Rosetta Zan dell'università di Pisa.

Ma facciamo un passo indietro: la Comunità Europea recentemente ha emanato una serie di documenti che definiscono le competenze chiave per il cittadino, chiedendo l'adeguamento dei sistemi scolastici dei Paesi membri. La Provincia di Trento ha emanato nel 2009 i piani di studio provinciali per il primo ciclo e, sentito il parere favorevole del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, il 17 giugno 2010 ha approvato il regolamento stralcio, in cui sono state definite le competenze per ogni disciplina alla fine della terza "media". I piani di studio provinciali prevedono l'organizzazione delle vecchie "elementari" e "medie" in quattro bienni, più uno nei primi due anni di scuola superiore, e la definizione di sei aree di apprendimento e di conseguenza anche le nuove pagelle ricalcano questa suddivisione. Con questa riforma, dal prossimo anno, ogni Istituto avrà obbligatoriamente un proprio piano di studi realizzato per rispondere al meglio alle esigenze di ogni particolare contesto territoriale.

L'istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa ha quindi ricevuto l'incarico di accompagnare gruppi di scuole nella definizione dei curricola, valorizzando i saperi disciplinari per orientare la didattica verso le competenze chiave per il cittadino. Quest'attività è finora rimasta ad uso e consumo dei soli addetti ai lavori ma, ha ricordato il dirigente del Comprensivo di Cembra Roberto Trolli, «il grande sforzo realizzato dalle scuole trentine sta traghettando gli istituti verso ottimi risultati. Alcuni docenti della Valle di Cembra, assieme a colleghi di Ala e Rovereto Nord, hanno realizzato "attività d'aula" e prove di competenza sul modello proposto dalla rete, recandosi anche a Barbiana per sviluppare le dimensioni del saper fare, dell'agire, e del saper essere come suggeriva anche Don Milani».













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