«Sciopero della pipì» confermato

Gli autisti degli autobus fermi venerdì per la mancanza di servizi ai capolinea



TRENTO. L'avevano annunciato ed ora passano ai fatti. I conducenti di autobus aderenti alla Faisa - Fisal incroceranno le braccia venerdì 28 ottobre per quello che passerà alle cronache come lo «sciopero della pipì». Sì, perché secondo loro non hanno ricevuto risposte esaurienti su due fronti: quello della sbagliata taratura delle percorrenze, che li costringe a pause troppo brevi ai capolinea e quello di non avere servizi idonei per poter espletare bisogni fisiologici, un diritto che non può essere negato. Si annunciano disagi, dunque, per lo sciopero di 4 ore del Servizio Urbano, dalle ore 11 alle ore 15. Le corse iniziate prima delle ore 11 e non ancora ultimate, proseguiranno fino al capolinea.

Come ha anticipato il Trentino, la vertenza prosegue da più di un anno, come affermato Paolo Saltori, del direttivo provincia le Faisa - Cisal: «La competenza della vertenza sarebbe del Comune, ma in altre città è stata l'azienda a farsi carico del problema. Trentino trasporti ha già fatto mettere questi bagni a Zambana, Cles e Crescino, all'interno delle stazioni ferroviarie». La richiesta è di posizionare dei bagni autopulenti nei punti critici, individuati in cinque capolinea: parco di Gocciadoro per la linea 7, area ex Zuffo e area Monte Baldo per la navetta parcheggi, Maso Banal di Sopramonte per la linea 6 e Villazzano e Cortesano per la 3.

Dal canto suo, la Provincia nell'annunciare possibili disagi per gli utenti, scrive: «Alla base dello sciopero c'è lo stato di agitazione proclamato dalla sigla sindacale Faisa-CisaL che ha avviato da tempo una vertenza nei confronti della Società per la verifica di tutti i tempi di percorrenza delle corse previste in orario che, secondo l'organizzazione sindacale, costringerebbero gli autisti ad una guida pregiudizievole per la sicurezza dei cittadini». Versione che per la Trentino Trasporti non corrisponde a vero. Continua infatti il comunicato: «L'Azienda, che ha un monitoraggio costante dei tempi di transito alle fermate attraverso il sistema Mitt, ed ha sempre respinto la richiesta di incremento di personale (che sarebbe la conseguenza di un "rallentamento" complessivo delle corse), ha ribadito davanti al Commissariato del Governo, la non accoglibilità della rivendicazione, che arriva, tra l'altro, in un momento congiunturale che sta costringendo Comune e la medesima società a ragionamenti su razionalizzazione dei servizi e maggiore flessibilità dei lavoratori».

Come dire che in tempo di crisi, con il prezzo del gasolio che sale, le rivendicazioni del sindacato autisti per avere più personale è del tutto fuori luogo. Non solo. Precisa la nota: «Anche sul tema dei servizi igienici lamentato dall'organizzazione sindacale, Trentino trasporti ricorda che da tempo ha predisposto un punto per gli autisti all'interno della stazione ferroviaria di Trento e in via Dogana e che il tempo medio di permanenza sul mezzo, per arrivare a piazza Dante è di circa 30 minuti». Ma gli autisti ribattono: «Quel bagno è usato da 140 persone e devi fare la fila. Trentino Trasporti sostiene che quando abbiamo bisogno del bagno basta telefonare e ci mandano un collega in appoggio. Una soluzione teorica, che di fatto è impraticabile».













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