Schwazer: «Io vittima di un’ingiustizia»

Il marciatore minacciato prima dei mondiali: «Voglio la verità, non mollo» Donati: valori minimi e inutili di testosterone. Denuncia penale contro ignoti


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Alex Schwazer questa volta non ha pianto. E non si è scusato. Si è detto «vittima di un’ingiustizia», che potrebbe costargli la partecipazione alle Olimpiadi. «Qualcuno non vuole che vada a Rio, ma non mollo, continuerò ad allenarmi e a lottare per scoprire la verità. Lo devo a me stesso e a chi mi è stato vicino». Il marciatore di Vipiteno è stato trovato positivo al testosterone sintetico, sostanza che ha dichiarato di aver assunto in passato «senza aver ottenuto alcun beneficio. Il doping? Oggi mi dà la nausea». A dargli man forte nella conferenza stampa di ieri il suo allenatore, Sandro Donati, e l’avvocato Gerhard Brandstätter, che lo ha difeso anche nell’inchiesta penale (nella quale ha patteggiato 8 mesi) ancora in corso. Nessuno dei due ha voluto usare la parola «complotto», ma entrambi hanno sottolineato il clima pesantissimo degli ultimi mesi, duranti i quali Schwazer sarebbe stato minacciato da tesserati ed ex tesserati. «Prima dei mondiali di Roma, che Alex ha stravinto perché è un atleta eccezionale, c’è chi lo ha avvicinato per chiedergli di non vincere. E la stessa cosa si è ripetuta a La Coruna, in Spagna. Abbiamo testimonianze importanti, di cui informeremo la Procura».

Donati ricorda anche un’inchiesta archiviata a marzo dalla Procura antidoping del Coni, per sottolineare «una guerra psicologica quasi giornaliera». Lo staff di Schwazer è talmente convinto della sua innocenza da aver presentato in Procura una denuncia penale contro ignoti.

La provetta contestata. L’atleta di Calice è stato trovato positivo al testosterone sintetico, ma come precisa Donati «in quantità lievissima». Come dire che se fosse stato lui ad assumerlo «sarebbe stato il doping di uno scemo», che non lo avrebbe portato da nessuna parte. Donati punta il dito sui tempi del riesame: «Il prelievo, negativo, è del primo gennaio a Vipiteno. Il riesame è del 13 maggio e sono stati trovati in modo stentato dei valori positivi. La positività è talmente lieve che il profilo del sangue è inalterato». Donati arriva a formulare tre ipotesi: «L’assunzione volontaria, che escludo, l’assunzione inconsapevole per mano di una terza persona e una possibile manomissione della catena di controllo». Il tecnico, sempre in prima linea nella lotta antidoping, tanto da scrivere un libro con il quale si è fatto molti nemici non solo nel mondo dell’atletica, difende il laboratorio di Colonia e confida nelle controanalisi, previste per il 5 luglio. «Ci sono troppe incongruenze e sospetti nei tempi e nei modi». Esclusa l’ipotesi di una «positività naturale» di Schwazer «perché si tratta di molecole estranee, che non sono presenti nell’organismo». Donati rassicura poi il suo campione: «Non lo lascerò mai, anche perché so che il fatto di avere me come allenatore potrebbe essersi rivelato un handicap per lui».

«Il vomito per il doping». Il marciatore di Vipiteno si chiede «che senso avrebbe avuto prendere questa sostanza, tra l’altro a Capodanno, visto che già sapevo che non procurava al cun vantaggio? Ho il vomito quando sento parlare di doping. Cercherò di andare alle Olimpiadi perché me lo devo, per il sudore che ho versato e per chi mi è stato vicino. Non è una questione di marketing. Le scarpe me le compro ancora io». Schwazer professa la sua innocenza: «Da un anno e mezzo con tanta fatica sto facendo di tutto con Sandro (Donati ndr) per dimostrare che il mio ritorno è assolutamente pulito. È un incubo, la peggior cosa che mi poteva succedere».

Da gennaio 35 analisi. Il marciatore di Vipiteno ha messo a disposizione volontariamente da gennaio 35 campioni dell’ospedale di San Giovanni di Roma e ha informato la Wada di essere disposto a fare controlli «24 ore su 24», rinunciando alle tradizionali «finestre» riconosciute a tutti gli atleti. La stessa federazione internazionale ha effettuato un’altra lunga serie di controlli. Ad elencarli è l’avvocato Brandstätter: «Il primo gennaio, il 24 gennaio, il 2 febbraio, e poi anche a marzo, il 27 aprile, l’8 maggio. E sono risultati tutti negativi. Sono furioso, perché si tratta di una cosa inaudita. Di una cattiveria che non pensavo nemmeno esistesse».

L’ultimo controllo ieri mattina a Vipiteno, dove Schwazer era stato raggiunto la sera prima da Donati.

Per Brandstätter si tratta «di una vicenda brutta e sporca ed è proprio questo che ci ha spinto a presentare una denuncia penale contro ignoti».

L’obiettivo dello staff di Schwazer è chiarissimo: «Vogliamo consentirgli di gareggiare a Rio. Perché se l’è meritato e perché lui in questa vicenda non c’entra nulla».

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