Schiacciata dal camion mentre attraversa

Tragedia a Lizzana, muore straziata dalle ruote un’insegnante di 71 anni Decesso istantaneo, l’uomo alla guida ricoverato in stato di choc


di Giuliano Lott


ROVERETO. Di ritorno dall’Orvea 2000, trascinando il carrello della spesa, come faceva sempre, Annamaria Necchi Iseppi, 71 anni, professoressa in pensione, stava attraversando via Porte Rosse sulle strisce pedonali. Aveva appena salutato un’amica e si stava dirigendo verso casa, al civico 24 di via Livenza, che dista solo una cinquantina di metri.

Nel frattempo un camonista di 52 anni di Villa Lagarina che pochi minuti prima aveva parcheggiato il suo mezzo in via Porte Rosse, davanti al parcheggio delle scuole medie Halbherr, le stesse dove la professoressa ha insegnato per circa 40 anni, era risalito in cabina dopo aver svolto una commissione all’ufficio postale di via Panizza, sull’altro lato di corso Verona. Ha ingranato la retromarcia e la motrice Renault ha iniziato a indietreggiare, travolgendo l’anziana insegnante. La donna era nascosta dal cassone del camion, l’autista non poteva vederla. Infatti ha continuato la manovra, ingranando la prima. In quel momento, una donna a bordo di un’auto bianca, che aveva assistito all’agghiacciante scena, ha affiancato il camion ed è scesa gesticolando. «Ferma, ferma, c’è una donna sotto». L’autista è sceso e quando ha visto contorto sotto le ruote gemelle del suo camion il corpo senza vita di Annamaria Necchi si è sentito male. Per salvare la donna è stato chiamato l’elicottero di Trentino emergenza, atterrato pochi minuti dopo al campo sportivo di via Livenza. Ma al medico rianimatore è bastata un’occhiata per capire che per l’anziana insegnante purtroppo non c’era nulla da fare.

L’ambulanza del 118 ha soccorso il camionista, che in grave stato di choc è stato ricoverato all’ospedale Santa Maria del Carmine. Nel frattempo attorno all’incrocio si è radunata una folla di curiosi e persino dai terrazzi delle case la gente si affacciava per capire cosa fosse accaduto. Sul posto arrivano i pompieri, i vigili urbani, la polizia, poi una pattuglia della stradale di Riva del Garda. E infine l’autogru dei vigili del fuoco, che dopo aver imbragato il retrotreno del camion - mentre i pompieri schermavano l’area con dei teli per impedire ai curiosi il raccapricciante spettacolo - lo ha alzato permettendo ai sanitari di recuperare il corpo straziato della donna, poi adagiato in una cassa di zinco e trasportato dai necrofori alla camera mortuaria del cimitero di Santa Maria.

Intanto il comando della polizia municipale si incaricava di informare della disgrazia la famiglia della professoressa. Per il marito, anche lui in pensione dopo aver lavorato come bidello all’Opera Barelli, e i tre figli Luca, Adriano e Chiara, è stato uno choc terribile. Il marito, cardipatico, si è sentito male ed è stato ricoverato in ospedale, come anche la figlia Chiara, straziata dal dolore.

Del tragico incidente è stata informata anche la magistratura. Il sostituto procuratore Fabrizio De Angelis ha disposto il sequestro del camion, riservandosi delle verifiche tecniche sul mezzo. Per il momento l’autista, cotitolare assieme al cognato di una ditta di autotrasporti di Pedersano, non è in grado di spiegare nulla, tale è stato il contraccolpo psicologico.

La notizia ha iniziato presto a circolare in città attraverso un vorticoso passaparola. Grande impressione a Lizzana, dove la professoressa era conosciutissima, benchè fosse in pensione da quasi quindici anni. In quasi 40 anni di insegnamento era diventata una sorta di istituzione alle medie Halbherr e intere generazioni di studenti la ricordano ancora con commozione.

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