Sardagna, già raccolte  400 firme contro la Sativa 

I residenti continuano la battaglia per bloccare la ripresa della discarica: «L’impresa condannata per rifiuti novici, abbiamo già pagato un prezzo alto»



TRENTO. Annunciata due settimane fa, la raccolta di firme dei cittadini di Sardagna contro la ripresa dell’attività della Sativa ha già ottenuto 400 adesioni. Ieri, il gruppo di residenti che si è attivato per bloccare il rischio che nel paese inizi il conferimento dei rifiuti nocivi, si è trovato davanti al Muse per presentare alla stampa la loro attività, dopo che il precedente incontro era saltato per maltempo. Alessandra Degasperi, una delle signore che si stanno impegnando nella raccolta firme, ha spiegato: «Abbiamo voluto trovarci al Muse, perché è un luogo simbolico. Un museo che ha fatto della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile la sua cifra, per noi è in contrasto con questo potrebbe succedere ad un chilometro di distanza. Sappiamo che la Sativa in passato è stata accusata di conferire rifiuti pericolosi, circa 285 mila tonnellate, ed ora siamo molto preoccupati del fatto che l’attività potrebbe riprendere. Per questo ci siamo mobilitati, noi non siamo legati a partiti, ma siamo persone di diverse età e appartenenze. Tutti però siamo convinti che Sardagna abbia già pagato un prezzo altissimo in termini di sfruttamento del proprio territorio, senza ottenere in cambio benefici».

Nella petizione che sta girando in paese e che ha già raccolto le firme di quasi la metà degli abitanti (sono un migliaio) si legge che, dopo la condanna della Sativa ad una contravvenzione, nel 2008, «la Provincia di Trento, con una modifica alla legge provinciale n. 18 del 27 novembre 2011, sanò le suddette irregolarità e ora, in sostanza, ciò che prima era considerato materiale “fuori legge” è divenuto legale. La stessa ha quindi dato parere favorevole alla ripresa dell’attività ritenendola necessaria per bloccare il paventato pericolo della frana a monte della ex-cava. Il Comune di Trento non ha espresso alcun parere avallando così la scelta della Provincia. Ora, quindi, l’attività di conferimento rifiuti potrà riprendere. Nei prossimi vent’anni - tale l'arco di tempo previsto - saranno quindi conferite nella ex cava molte altre tonnellate di rifiuti speciali».

Alessandra Degasperi aggiunge: «Il paese ha subito il saccheggio dell’Italcementi, che estraeva l’argilla nella zona Sud, la più bella dove sorgeva il capitello della Madonnina, Villa Fozzer, circondati da campagne e orti. La voragine è stata riempita con materiale inerte, ma anche con rifiuti che sono stati assorbiti dal terreno. Vogliamo sensibilizzare anche la città di Trento, perché il problema non riguarda solo noi». L’obiettivo per i residenti è raggiungere 500 firme.

Da noi interpellato, il neo assessore comunale all’ambiente Corrado Bungaro afferma che deve ancora valutare il problema, perché è di lunga data. «So che è in corso - spiega - la valutazione di impatto ambientale della Sativa con la Provincia, tramite il suo Servizio autorizzazioni e valutazione ambientale, ed a conclusione la Provincia farà una delibera. In attesa di questo atto, da parte mia posso assicurare che convocheremo un’assemblea pubblica sulla annosa vicenda». (sa.m.)















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