L'INTERVISTA Walter alotti il segretario generale uil  

«Sanzioni Itea tema elettorale servono più case in affitto» 

Edilizia pubblica. Dopo l’annuncio della giunta di nuove sanzioni agli inquilini indisciplinati «Non ci sono più le condizioni per acquistarle, si rimetta invece in circolo il patrimonio sfitto»



Trento. «Sanzioni per gli inquilini indisciplinati delle case Itea? Mah, mi sembra un tema più elettorale che amministrativo. La giunta pensi alle vere esigenze in tema d casa. Per esempio al fatto che ci sarà sempre più bisogno di appartamenti in affitto più che di proprietà». Il segretario generale della Uil Walter Alotti ha sempre dedicato molta attenzione al tema dell’edilizia pubblica.

E in questo colloquio spiega in quale direzione, a suo parere, dovrebbero essere indirizzate le politiche della Provincia.

Alotti cosa non la convince nella questione delle sanzioni Itea?

L’assessora Segnana non ha affrontato la questione casa pubblica e l’emergenza affitto, particolarmente grave oggi nel capoluogo e nella zona della “busa del Garda”, concentrandosi fortemente sugli aspetti relativi alla “sicurezza”.

Dice che è un problema non centrale?

I regolamenti sanzionatori giustamente debbono assicurare una vita serena e sicura all’interno degli edifici Itea . Ma si è annunciata la stretta sulla regola di accesso agli alloggi pubblici per i cittadini non italiani, che si vorrebbe allungare fino addirittura a 10 anni di residenza.

Che ne pensa?

É un requisito irragionevole che molto difficilmente supererà, se adottato, il contenzioso giuridico che ne scaturirà. La Corte si è già pronunciata.

Voi come intendere rapportarvi con Itea?

Abbiamo chiesto un incontro alla giunta perché ripristini la Commissione sociale Itea: lo prevedeva la legge Dalmaso ma l’esecutivo Rossi, in modo irragionevole, l’ ha soppressa due anni fa.

Che tipo di emergenza vede nel settore dell’edilizia pubblica?

Il sistema ed il bisogno abitativo sono molto cambiati nell’ultimo decennio. Le mutate condizioni di lavoro e familiari dei lavoratori, che hanno sì bisogno di un’abitazione, ma in affitto, non in proprietà. C’è dunque l’esigenza di rimettere in circolo il rilevante patrimonio privato abitativo “sfitto” anche in Trentino. Tutto questo ci induce a porre l’accento sulla necessità di una riforma profonda dell’edilizia pubblica.

La legge Dalmaso va resa più attuale?

Non c’è dubbio.

Che ne pensa della ventilata ipotesi di tornare a fare diventare tutta pubblica l’Itea, attualmente una Spa?

Siamo perplessi. Si prevede una grande difficoltà di ricollocazione e reinquadramento del personale, oggi in parte assunto con contratto privatistico ed in parte in comando dalla Provincia. Ma non basta. Ci sono i temi della assegnazione o meno del patrimonio abitativo a Patrimonio Spa, del maggior coinvolgimento dei Comuni nella governance e di una più lineare assoggettazione del nuovo Istituto alla fiscalità degli ex Iacp.

Troppi ostacoli per un cambiamento di questa portata?

Potrebbe trovare realizzazione solo nell’ambito di una riforma politica e legislativa di ampio respiro, con un orizzonte temporale medio-lungo di almeno una decina d’anni.

Un approccio che la Uil ritiene invece più producente?

Si proceda a disegnare un nuovo “Piano Casa” coerente con un Piano Urbanistico Provinciale al passo con i tempi. Servono nuove direttrici di salvaguardia e compatibilità dell’ambiente e del territorio. Ma lo si faccia coinvolgendo il sindacato sia in fase di elaborazione della riforma, sia in quella, successiva, di controllo e verifica delle nuove politiche abitative pubbliche. C’è poi un tema che mi sta molto a cuore.

A ch cosa si riferisce segretario?

Noi, come Uil, vogliamo ricorda alla politica e all’amministrazione che gran parte del patrimonio abitativo pubblico trentino è stato costruito con il contributo Gescal dei lavoratori trentini, oggi in parte pensionati. Con le imposte che i lavoratori dipendenti e pensionati hanno versato e continuano a versare, in misura maggiore, rispetto alle altre categorie di contribuenti.G.T.













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