Sangue, ora c’è chi non vuole donare
Le paure. Ma l’Avis e la Lega Pasi Battisti sono riusciti in queste settimane a compensare il calo legato alla paura del contagio del coronavirus con persone nuove o anticipando gli appuntamenti. Finora, grazie ai volontari delle associazioni, è stato quasi mantenuto il ritmo precedente
Il presidente Valcanover spiega inoltre che viene sempre fatto un questionario a tutti i donatori che devono dire se nelle settimane precedenti hanno frequentato luoghi a rischio o hanno avuto contatti con persone a rischio o se hanno avuto malattie come la febbre o il raffreddore: «Noi ci stiamo dando da fare. Stiamo chiamando tutti i donatori per fare informazione, per spiegare che non c’è alcun pericolo e che si deve avere fiducia. Spieghiamo che donare sangue è importante e ancora più importante è donarlo ora in una situazione di emergenza come questa. Noi abbiamo circa 20 mila donatori che fanno circa 25 mila donazioni in Trentino. Il nostro fabbisogno è di circa 19 mila sacche all’anno. Quindi contribuiamo in maniera importante anche al fabbisogno nazionale. Bisogna continuare a donare per aiutare chi sta male. Soprattutto in un momento in cui nel resto del paese le donazioni sono in calo. Per questo la nostra opera è sempre più intensa. Ci sono persone che hanno bisogno di sangue e i donatori trentini sono da sempre molto sensibili. Si deve andare avanti su questa strada anche perché non c’è nessun pericolo. Possiamo reggere il normale ritmo delle donazioni e io devo ringraziare e molto tutti i donatori che continuano a donare. E anche gli operatori che si stanno dando da fare per organizzare il tutto. La loro è una grande opera».
Anche Enrico Paissan della Lega Pasi Battisti spiega che il Trentino è in controtendenza rispetto al resto d’Italia: «La nostra è una piccola associazione. Abbiamo 600 donatori in tutto, ma abbiamo anche un alto tasso di donazioni. Questo grazie alla fiducia che i donatori hanno in noi. E questa fiducia si è vista anche in questa emergenza. In queste settimane abbiamo avuto solo un caso di rinuncia alla donazione. Tutti gli altri hanno continuato a donare. Ed è importante per poter aiutare le tante persone che hanno bisogno di sangue. Il sangue donato in Trentino va ad aiutare anche persone di fuori provincia e mostra come il nostro sia un popolo altruista e con un alto senso di responsabilità. Cosa del resto che viene dimostrata anche dalle tante associazioni di volontariato della provincia che svolgono un’opera benemerita».
U.C.