Sanbapolis: teatro, sport e tetti-giardino

Finita la struttura dell’Opera universitaria che sarà centro direzionale delle Universiadi e poi si aprirà alla città


di Daniele Peretti


TRENTO. Sanbapolis, il nuovo centro universitario polifunzionale, andrà a regime dopo la fine delle Universiadi delle quali sarà il Centro Direzionale. E sarà il momento più difficile, perché l'obiettivo è quello di portare a reddito l'intera struttura, che non si vuole ad esclusivo uso universitario, ma a servizio della città. I rischi dipendono dal fatto che da una parte si tratta di una struttura all'avanguardia che può contare su peculiarità tali da renderla unica anche a livello europeo. Dall'altra però, non costituisce un'offerta diversa da quelle che, in parte, già Trento dispone. Il limite del teatro e del palazzetto dello sport sono i posti: 240 per il teatro e 560 per le gradinate, aumentabili, ma senza poter mai raggiungere la capienza necessaria ad un grande evento. Il palcoscenico a pavimento, cioè con le scenografie più basse rispetto ai posti a sedere, è più da teatro d'avanguardia che tradizionale.

Un'altra scommessa da vincere, sarà quella che i bei tetti trasformati in giardini non diventino terra di nessuno: a provare ad evitarlo un sistema di controllo avanzato con 21 telecamere di video sorveglianza e l'attigua Questura. Innovativa la formula contrattuale, con l'Opera Universitaria a firmare un contratto di acquisto di bene futuro che blocca i prezzi, fissa i termini di consegna, posticipando il pagamento alla fine lavori e solo nel caso in cui l'opera, sia di gradimento del committente. «Praticamente sono stato un direttore lavori senza portafoglio - sottolinea l'ingegnere Luca Masini che per trenta mesi si è dedicato al progetto di Sanbapolis - ho dovuto realizzare col limite di non poter sgarrare di un centesimo. Un'imposizione utile però, per fare ricerca sui materiali, sui costi di mercato, dando più margine a manufatti, il cui maggior costo era poi compensato da altri, a costo zero».

La struttura è stata realizzata dal Consorzio Lavoro Ambiente in collaborazione con le cooperative associate e nei prossimi giorni diverrà ufficialmente di proprietà dell'Opera Universitaria. Nella realizzazione si è dato spazio ai prodotti ed alle aziende regionali, anche per questo pavimentazione e pareti esterne sono state realizzate in porfido. Il solo progetto è straniero: Studio Palermo y Tabarin de Ava di Tenerife che ha assolto al non facile compito, di trasformare un terreno ripido, per capirci una rampa inutilizzabile, in una struttura a 5 livelli: autorimessa e palestra di roccia; palazzetto, teatro, sale fitness e didattiche; uffici, bar ed ingresso principale; ristorante e piazza; bar e giardino di copertura. Sanbapolis non sarà allacciata alla rete del gas e non avrà alcuna cisterna a gasolio. La climatizzazione come la produzione di acqua calda sanitaria, sarà garantita dal più grande impianto geotermico costruito in Trentino. Le pompe geotermiche alimentate ad energia elettrica, sfruttano quella prodotta dall'impianto fotovoltaico dalla potenza di circa 50 kWp. Entrando nel dettaglio delle singole strutture, la palestra di arrampicata si segnala come la più grande d'Italia e terza in Europa. A fianco del teatro, saranno disponibili quattro sale di prova, delle quali una adibita anche a sala di registrazione. Tra gli obiettivi finali, anche quello della certificazione energetica ed ambientale secondo la standard qualitativo Leed, per il quale è praticamente certo il livello Gold, ma si punta al Platinum: cioè al massimo riconosciuto a pochissime strutture.

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