San Martino: la neve c’è, i problemi pure

Valeria Ghezzi: «L’avvio della stagione dello sci non deve nascondere la crisi strutturale delle società impiantistiche»


di Raffaele Bonaccorso


SAN MARTINO DI CASTROZZA. L’arrivo della neve naturale, almeno in quota, ha riportato un certo ottimismo negli operatori, non solo degli impianti, ma anche in tutti coloro che vivono e lavorano in montagna.

«Realisticamente dobbiamo ancora fare i conti con la crisi economica – puntualizza Valeria Ghezzi, presidente della sezione Impianti a fune dell'Associazione industriali di Trento e del Consorzio impianti di San Martino di Castrozza e Rolle – e capire l’impatto che questa avrà nonostante paesaggio e piste preparati al meglio. È, infatti, indispensabile chiarire che, secondo tutte le analisi, oggi non possiamo prescindere dallo sci. Anche in Primiero resta il pilastro fondamentale della vacanza in montagna, senza il quale perdono significato anche molte offerte accessorie, dalle ciaspole alla gastronomia, al benessere. Per questo ritengo essenziale ridare corpo e dignità al questo nostro prodotto invernale principale, altrimenti parole come target, promozione, commercializzazione perdono significato. L’ambiente è una componente preziosa che rende unico ed inimitabile il nostro prodotto, ma da solo non è sufficiente a garantire il livello qualitativo dell’offerta ed il livello turistico che abbiamo raggiunto».

Ma quale è la situazione del comparto impiantistico tra funicolare, opere accessorie, società di impianti? «Non voglio fare polemiche - replica Valeria Ghezzi -. Dico semplicemente che prima bisogna guarire il malato, perché altrimenti si rischia di realizzare opportunità che poi servono a poco. Bisogna, infatti, affrontare subito i problemi strutturali relativi agli impianti e alle società impiantistiche, alla crisi di gestione aziendale che le attraversa. Se non si parte da queste situazioni, che sono realtà, come si fa a parlare di possibili futuri collegamenti, di funicolare e quant’altro. Quello che possiamo constatare è invece che tuttora non si sa nulla di preciso. Sappiamo che chi di dovere ci sta lavorando, ma ancora non c’è nulla di concreto. La neve non deve dunque nascondere agli occhi di noi operatori i problemi e le difficoltà che abbiamo il dovere di affrontare e risolvere, senza aspettare il disgelo».

E Valeria Ghezzi conclude: «La neve appena caduta non può essere occasione di relax, ma deve darci energia e ottimismo necessari ad affrontare la difficile sfida. La neve c’è, ora dobbiamo esserci noi con decisioni concrete, rapide, coraggiose e responsabili».

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