San Camillo, via ai parti indolore

La struttura privata smentisce la crisi, guarda al futuro e apre a Facebook


Maddalena Di Tolla


TRENTO. Un ospedale che garantisce ai bimbi trentini e alle loro mamme nascite sicure, in un ambiente confortevole, dove procedure e strumentazione sono certificate e costantemente aggiornate, e che promette ora un passo avanti per la donne che desiderano partorire con meno dolore, ovvero il parto (solo in ore diurne) con analgesia epidurale a pagamento, oltre ai casi in cui già ora è possibile questa pratica, senza alcun contributo.

Così ieri mattina la direzione sanitaria del San Camillo, in una conferenza stampa, ha voluto smentire le chiacchiere che da tempo circolano intorno ad una presunta caduta di fiducia delle donne rispetto alla sicurezza e ai servizi offerti nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia della struttura.

«Siamo stati danneggiati dalla polemica nata intorno a questioni sindacali - ha spiegato Maria Giovanna Santangelo, direttrice sanitaria - Inoltre la sospensione di alcune attività chirurgiche avvenuta lo scorso anno, dovuta all'esaurimento del budget concordato con l'Azienda sanitaria, ha fatto pensare a qualche problema strutturale, che non esiste. Ma i questionari a cui rispondono le donne che partoriscono qui mostrano un livello di soddisfazione molto alto, quasi bulgaro, direi». Però, ha anche spiegato la direttrice, le chiacchiere hanno portato le donne a chiedere cosa stesse accadendo, «e in effetti - ha ammesso - registriamo un calo delle nascite, legato anche alla riduzione generale della natalità in Trentino, ma che comunque ha portato i parti da circa 900 a poco più di 700».

Certo, dicono gli operatori del San Camillo, anche la partenza di alcuni medici ormai quotati, fra cui il luminare Maurizio Rosati, ha inevitabilmente provocato qualche cambiamento, perché i medici negli anni si erano costruiti un rapporto di fiducia con pazienti e famiglie. In ogni caso sono stati ribaditi gli ottimi risultati della neonatologia trentina, con una mortalità inferiore al due per mille, il migliore risultato italiano nell'ultimo triennio. La direttrice sanitaria, il neonatologo Pedrotti e i primari di Ginecologia e Ostetricia (Francesco Capobianco) e di Anestesia (Carlo Segatta) hanno ribadito che non c'è nessuna "guerra dei parti" fra Santa Chiara e San Camillo, né differenze significative tra sicurezza del parto negli ospedali di primo livello (come il San Camillo) e il nosocomio principale, a cui di regola si inviano tutti i parti a rischio o particolarmente complessi.

La novità, dunque, oltre ad un profilo su Facebook, è l'avvio della nuova offerta. Al San Camillo sarà più facile partorire con anestesia epidurale, ma a pagamento, perché il Servizio sanitario nazionale non paga questo servizio agli ospedali equiparati. Dunque le gestanti potranno sottoporsi ad un'analisi di idoneità medica. Se risulteranno in condizione di ricevere l'epidurale, saranno inserite in una lista e al momento del parto potranno richiedere (a pagamento e solo nella fascia diurna 8-16) la procedura. Normalmente infatti solo il ginecologo può prescrivere (gratuitamente) l'epidurale, ma solo in casi specifici.













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