Salvagente dei Comuni per la società impiantistica

I soci di maggioranza di Acsm hanno deciso (ma non all’unanimità) di sostenere assieme a Trentino Sviluppo il tentativo di salvare la San Martino impianti a fune


di Raffaele Bonaccorso


PRIMIERO. Uno spiraglio positivo sembra essersi aperto per quanto riguarda la società di impianti sciistici di San Martino di Castrozza, che sta tentando un concordato preventivo con continuità aziendale per uscire dalla situazione disastrosa in cui è precipitata in questi ultimi tempi. La novità è emersa nel corso del consiglio comunale di Transacqua, dove erano presenti il direttore e il presidente di Acsm Primiero, Francesco Colaone e Paolo Secco.

A quanto sembra, infatti, i Comuni di Primiero proprietari delle quote di maggioranza della società (più dell’85%) hanno deciso di sostenere (anche se non all'unanimità) un intervento nel tentativo di raddrizzare le sorti della società impianti. L’intervento, tutto da definire, dovrà essere concertato con Trentino sviluppo, che ha già dato la propria disponibilità ad intervenire con una propria quota e la Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi, che essendo la maggiore creditrice della società di impianti, sta valutando come muoversi per contribuire ad una soluzione opportuna della vicenda.

Del consiglio comunale di Transacqua fa parte Lorenzo Debertolis che è anche presidente della società di impianti di San Martino. Nel suo intervento ha espresso la sua fiducia che questa decisione  faccia fare un salto in avanti alla vicenda, unitamente all’avvio sostanziale dell'operazione funicolare che nei giorni scorsi ha trovato una società di imprese pronta a realizzare il collegamento San Martino - Rolle.

La minoranza “Transacqua Libera” ha stigmatizzato il forte indebitamento della società dovuto in gran parte all'acquisto degli impianti Colverde da un privato (che poi ha salutato tutti lasciando i debiti) e il non aver saputo responsabilizzare per tempo l' imprenditoria locale che (tolti alcuni benemeriti) non ha saputo fare sistema, abituata al fatto che ci avrebbe pensato la politica. Una bocciatura della politica, quindi, e «l'auspicio che ora  vi sia si una soluzione industriale in cui anche il pubblico fa la sua parte, ma che assolutamente non si affossi il gruppo Acsm, per salvare i passati errori politici o le mancate assunzioni di responsabilità del mondo economico privato».

Un secondo punto importante discusso nel lungo consiglio ha riguardato le modalità di procedere, senza soluzioni preconfezionate, per capire se e chi  è interessato a ragionare sull'ipotesi di un Comune unico per l'alto Primiero.

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