Sala giochi: sindaco «bombardato»

Da venerdì è in corso un «mailing bombing» dei contrari alle slot



ROVERETO. Moderno, educato, lucido. Ma proprio per questo, anche pesante più di molti altri metodi più tradizionali e chiassosi di protesta. Da venerdì sera il sindaco Miorandi è oggetto di un «mailing bombing» partito dall'inziativa di un gruppo di amici ma che sta dilagando in città. Chi è contrario al degrado di piazza Rosmini e in particolare alla concessione della licenza per la sala giochi, glielo scrive spiegando i motivi in mail. E' una forma di partecipazione diretta - spiega uno dei promotori dell'iniziativa - sperimentato in campi diversi e ovviamente con alterne fortune. La forza effettiva dell'azione sta tutta nel numero di adesioni, e lo si scopre solo poi. Se l'argomento è veramente sentito, abbastanza almeno perchè ognuno si prenda la briga ed il tempo di scrivere poche righe e mandarle, ha successo. In caso contrario rivela invece la debolezza delle argomentazioni. Visto così, un sistema molto più «onesto» della tradizionale raccolta di firme: messi alle strette, da un amico o in un contesto particolare, una firma non si nega a nessuno. Mentre al contrario, nessuno può verificare se si partecipa o meno al «mailing bombing»: libertà totale. I promotori di questa piccola campagna si sono accordadi sui modi. Assolutamente garbati. Il messaggio tipo dovrebbe suonare più o meno così «Caro signori sindaco, sono fortemente contrario al degrado di piazza Rosmini provocato dalla nuova sala giochi. La prego di fare il possibile per porvi rimedio». Ma è chiaro che poi ognuno ha massima libertà di esprimere la propria opinione come crede. E come gli suggeriscono la propria storia, cultura, formazione, capacità di sintesi. Ovviamente essenziale è l'indirizzo: tutte le mail vanno mandate a quello ufficiale del sindaco Miorandi. Che è sindaco@comune.rovereto.tn.it. Importante anche la tempestività: per avere senso una azione di questo tipo richiede tempi rapidi, al passo con i nuovi strumenti della comunicazione. Nel giro di due o tre giorni, il destinatario dovrebbe trovarsi la mail «intasata» di inviti a ripensare a quello che la città giudica un errore. Se così sarà, avrà la diretta percezione di quanto sentito sia il problema. Nulla che gli imponga di prendere iniziative, ma anche una richiesta che se dovesse essere di centinaia di roveretani è difficile ignorare con un semplice «cancella» senza nemmeno leggere il messaggio. (l.m)

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