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Sait, protesta con due giorni di sciopero

Infuocate assemblee del personale ieri mattina. Dipendenti e i sindacati chiedono alla Federazione di intervenire


di Daniele Peretti


TRENTO. La prima risposta dei dipendenti Sait al taglio di centotrenta dipendenti, sono due giorni di sciopero. Il primo già venerdì prossimo con un presidio a partire dalle 9 sotto la Federazione delle Cooperative di via Segantini ed il secondo in coincidenza del giorno per il quale sarà fissato l'incontro con i capogruppo e col presidente della Provincia Ugo Rossi. La richiesta per venerdì è quella di un incontro allargato tra i vertici della Federazione con la presenza sia del neo presidente Mauro Fezzi che dei vertici di Sait che dovranno rispondere a delle domande precise: «Prima di tutto è stato dichiarato uno stato di crisi - è stato detto nella prima assemblea di ieri mattina che si è svolta in via Innsbruck - senza che la direzione del Sait abbia presentato un'analisi della situazione e dei dati di riferimento. La realtà è quella che sia per il settore impiegatizio che per quello di magazzino, vengono regolarmente richiesti straordinari necessari per far fronte alla mole di lavoro». Roland Caramelle segretario della Cgil-Filcams ha ulteriormente affondato il colpo: «Non esiste una programmazione per il futuro, anzi il contesto generale - non ultima la disdetta arrivata dalla Cooperativa di Carisolo, dopo la non risposta dei vertici di Altogarda che sa tanto di conferma - fa pensare ad una destrutturazione che mette in crisi il modello stesso dell'essere cooperativa». La preoccupazione dei dipendenti è tanta e l'assemblea si è svolta in un clima decisamente caldo, con una massiccia partecipazione da parte del personale. «Se vogliamo, di positivo ci può essere solo il fatto che sono poche le famiglie che a livello di reddito dipendono unicamente dal Sait. Dall'altra però nessuno conosce i criteri che verranno applicati per individuare gli esuberi e questo aspetto crea ulteriori dubbi».

La proposta dei due giorni di sciopero è stata approvata all'unanimità, alla pari della richiesta della partecipazione solidale anche del personale dei punti vendita che attualmente non sono interessati dal taglio. L'incontro in Provincia è stato chiesto entro fine mese e lo scopo è anche quello di far uscire allo scoperto la direzione del Sait che al momento non ha ancora documentato nulla: «Siamo in una fase nella quale è indispensabile la massima serietà - ha rimarcato Caramelle - anche perché la responsabilità di questa situazione coinvolge anche i precedenti Consigli d'Amministrazione e da tutti, i dipendenti si sentono traditi». Di certo è la crisi viene da lontano e ha origini di mercato, di immagine della cooperazione nel suo insieme e di una mancanza di investimenti presenti e futuri: « E' assurdo che a fianco del piano di crisi, non ci sia una programmazione. Cosa succederà dopo i tagli del personale? ». Sono questi alcuni degli interrogativi emersi nel corso dell'assemblea e non è mancato nemmeno chi accusato la Provincia di aver sbilanciato il proprio interesse a favore del Credito Cooperativo e di aver abbandonato da tempo la cooperazione nel suo insieme.













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