Rurale di Rovereto, il vice è Schönsberg

Due eletti su tre ai vertici della banca appoggiati dall’Associazione artigiani. Esclusi i rappresentanti del mondo del commercio e dei servizi


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Sono stati gli artigiani a fare la parte del leone nella votazione dei componenti del consiglio di amministrazione della Cassa rurale di Rovereto: hanno fatto l’en plein con tre eletti su tre posti disponibili. In testa a tutti il nuovo vicepresidente: a Franco Schönsberg, 50 anni, titolare di una ditta di prodotti per l’edilizia, sono andati 842 voti (oltre il 60%), che ha staccato alla grande i concorrenti Paolo Moiola (assicuratore, 274 voti), Guido Falqui Massidda (notaio in pensione e ora avvocato, 148 voti) e Lelio Boldrini (consulente in materie finanziarie che si è fermato a 68 preferenze). Sul fronte, invece, dei consiglieri Paolo Zanon, titolare di una ditta di impianti elettrici, è stato eletto con 511 voti, così come è entrato nel cda con 408 voti Andrea Baldo perito edile e libero professionista di Villa Lagarina. Non ce l’hanno fatta Valter Nicolodi (391 voti), Modena Mariano (ex presidente dell’Unione commercio e turismo con 316 voti), Roberto Zuccatti (commerciante ed ex assessore con 293 preferenze) e nemmeno Martino Martini elettricista della Vallarsa fermo a 257 voti. Insomma due eletti (Schönsberg e Zanon) su tre hanno potuto contare sulla “sponsorizzazione” dell’Associazione artigiani, che evidentemente, visti i risultati, conta non poco e avrà il suo peso all’interno del cda della Rurale roveretana.

D’altro canto i candidati, nel presentare i loro curriculum, hanno evidenziato la necessità, in un momento di crisi, di una maggiore attenzione verso il mondo imprenditoriale (e del comparto dell’artigianato in particolare) perché «se le aziende funzionano, le famiglie e la società intera ne beneficiano». Anche i dati illustrati dal presidente Paolo Marega, dal direttore Luca Filagrana e poi dai responsabili dei vari settori della Cassa, hanno evidenziato le difficoltà del momento sia per il comparto produttivo (e in particolare il settore delle costruzioni) che per le famiglie. Il flusso delle sofferenze è aumentato con punte addirittura del 62% in alcuni settori (del 20% per le famiglie) nonostante l’impegno della Rurale roveretana nell’erogazione dei mutui (66 milioni alle imprese, 54 alle famiglie) cercando di allungare i piani di rientro e di rimodularli.

Rigore, severità e trasparenza sono state le parole d’ordine riconosciute anche dai soci che all’unanimità hanno approvato il bilancio che chiude con un utile di esercizio 2011 di un milione e 600.000 euro. Nessuna illusione che la crisi stia per finire (anche se i dati della trimestrale sono incoraggianti) ma da parte dei vertici della banca cooperativa roveretana è stato ribadito l’impegno per sostenere l’economia locale grazie anche ad un rapporto diretto con i soci e i clienti («che fa la differenza con le banche che arrivano da fuori»), alla scelta di investimenti (palazzo Balista) favorendo le imprese del territorio, ad una gestione oculata delle risorse. E a proposito di ricchezza distribuita sul territorio, il bilancio sociale ammonta a 21,271 milioni con una crescita di quasi il due per centro rispetto al 2010.

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