Rubano lo striscione di saluto agli alpini 

San Donà, era stato allestito dal Comitato di quartiere sulla rotatoria. Giovani hanno preso di mira anche le statue in legno



TRENTO. È durato un giorno l’omaggio che il Comitato di San Donà ha voluto fare agli alpini, accogliendoli con due striscioni.

Come riportato dal Trentino di domenica alla rotatoria su Via Valsugana, tra Mesiano e San Donà, erano stati allestiti due striscioni con la scritta “San Donà saluta gli alpini”, uno rivolto verso la Valsugana, l’altro verso la città. Il tocco originale era che ai lati degli striscioni si trovavano due “sentinelle” ricavate da altrettanti tronchi d’alberi con le sembianze di alpini. Entrambi con la barba convenzionale e la camicia a scacchi, sono pure forniti di cappello d’ordinanza. L’autore delle sculture è Vittorio Bertoldi, un artista del legno che le ha realizzate per l’occasione.

Peccato che la loro presenza non è servita a scongiurare un gesto di inciviltà. Nella notte tra domenica e lunedì, infatti, uno degli striscioni è scomparso. Non solo, il gruppetto di balordi che ha pensato bene di passare la nottata prendendo di mira il saluto agli alpini, ha tentato di estrarre dal terreno i tronchi con le sembianze di alpini, senza riuscirci. A seguire la scena, una signora che abita nei pressi della rotatoria ed ha finestre che si affacciano in quella direzione. «Era mezzanotte e tre quarti - racconta la testimone che preferisce rimanere anonima - quando ho visto tre o quattro ragazzi, con la felpa nera che si accaniva contro le sculture in legno della rotatoria. Ho anche inveito nei loro confronti, ma non è servito. Non riuscendo a smuovere i tronchi, hanno asportato lo striscione, quello che dava verso la Valsugana».

La signora non ha esitato ed ha chiamato la polizia, ma mentre una pattuglia arrivava sul posto, i giovani si sono dileguati, perché è arrivato un amico che li ha caricati sull’auto. La testimone purtroppo non è riuscita a vedere con chiarezza il numero della targa. L’amaro commento di quest’ultima è che manca ormai il senso civico. «Non è la prima volta - commenta - che studenti di ritorno dalla facoltà di Povo, magari dopo avere bevuto, urinano e vomitano lungo la strada. Questo dimostra anche la pochezza dell’ambiente familiare in cui crescono». (sa.m.)













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