Il progetto

Rovereto-Riva, 10 minuti in treno

Il progetto della spagnola Mmi prevede fermate a Mori e Torbole. In superficie per pochi chilometri, poi in galleria dall'Adige fino a sbucare vista lago al Linfano. Fugatti a Roma per chiedere al governo di inserirlo nel piano strategico


Luca Marsilli


TRENTO. Ci vorrà mezzo miliardo di euro (ai costi attuali) e una decina di anni, ma poi da Trento a Riva del Garda si potrà andare in treno in 25 minuti. Una decina basteranno a raggiungere il lago per i roveretani. E viceversa per studenti, pendolari e turisti dalla Busa verso Rovereto.

La settimana scorsa Fugatti era a Roma e ha chiesto al viceministro alle infrastrutture Rixi di accelerare, inserendo il nuovo collegamento Rovereto -Riva e l’interramento della stazione roveretana nel piano strategico del governo. E sabato 19 novembre, in occasione del Festival delle Professioni, l’architetto roveretano Marco Malossini ha presentato il progetto valutato finora come migliore: l’unico sul quale Rete Ferroviaria Italiana ha ritenuto di procedere con l’analisi costi benefici. Malossini è il riferimento locale di un gruppo di progettisti che ha base a Barcellona: uno dei 32 raggruppamenti di professionisti che nel 2012 aveva partecipato al concorso di idee bandito dalla Provincia di Trento per un ipotetico collegamento da Trento a Tione passando per il Garda. Una doppia selezione aveva ridotto i progetti vincitori a tre. Rfi ha scelto quello della spagnola Mmi: l’unico a prevedere fermate intermedie anche a Mori e a Torbole. Dettaglio determinante, perché intercettare i bacini di utenza di Mori/Brentonico/Valdigresta aumenta i potenziali fruitori della linea e riduce ulteriormente il traffico su gomma sulla congestionatissima rivana. Risultati che migliorano la sostenibilità gestionale della nuova linea e giustificano l’investimento importante e il costo ambientale per realizzarla, compensandoli con un calo che si ipotizza del 30 per cento del traffico veicolare con l’inquinamento connesso.

Ai colleghi in sala, Malossini ha presentato un progetto per molti versi clamoroso. Ardito nel dare soluzioni tecnicamente sostenibili a problemi seri (garantire una velocità di crociera dei convogli che tenga i tempi di percorrenza nei limiti pretesi dalla mobilità contemporanea, superare dislivelli positivi e negativi tra Rovereto e il Garda, attraversare zone abitate e aree naturalisticamente delicate) e quasi azzardato nel calare nel paesaggio dell’Alto Garda un viadotto abbastanza clamoroso, con tanto di stazione “sospesa”.

«Abbiamo scartato - ha spiegato Malossini - il prolungamento fino a Tione perché i costi sia di realizzazione che di gestione della linea poi non sarebbero stati sostenibili per i flussi che i convogli avrebbero potuto intercettare. E sempre per garantire numeri di fruitori sufficienti a rendere sostenibile il progetto abbiamo pensato di aumentare al massimo i collegamenti col territorio. Quindi da Trento a Rovereto, in 14 minuti, con un tracciato che non presenta particolari problemi. Ma poi i problemi si pongono. E le soluzioni sono soprattutto viadotti e tunnel: il modo per mantenere tratti abbastanza rettilinei da permettere velocità sostenute e rispettare le pendenze richieste da una linea ferroviaria».

Lasciata Rovereto verso sud, la ferrovia attraverserà l’area delle Casotte scavalcando in viadotto autostrada, ferrovia del Brennero e Adige e piegando verso est, per entrare in galleria. In galleria proseguirà fino all’altezza del Fanum, tra Mori e Loppio. A Mori la stazione, che si era ipotizzata allora nell’area Sav ma che oggi che si è liberata meglio potrebbe essere collegata nella zona ex marmi Piccoli, a ridosso del centro storico, sarà sottoterra, con in superficie solo le opere di accesso. L’uscita al Fanum, dove il treno proseguirà in trincea, si spiega soprattutto con necessità di risparmio perché già a Loppio il treno tornerà in galleria, passando a Nord dell’alveo del lago e tutto il tratto fino a valle di Nago: la linea uscirà all’aperto all’altezza della curva parabolica ma molto più in basso: a circa una ventina di metri dal suolo di campagna. Da lì un viadotto attraverserà tutta la valle del Linfano. L’altezza sarà quella di una casa di tre o quattro piani, ha spiegato Malossini. Un colpo d’occhio formidabile per chi in treno sbuca al sole con vista lago.

La stazione di Torbole sarà a quella altezza: un ascensore porterà a terra. I binari proseguiranno quindi verso est fino a entrare in un nuovo tunnel nel Brione, il monte che divide Torbole da Riva, e lì dentro piegare verso nord: la stazione di arrivo è prevista a metà strada tra Arco e Riva, nella zona commerciale dello stradone Santa Caterina.

Ogni stazione è pensata come un caposaldo di connessione con la sua area di pertinenza: da lì partiranno collegamenti via gomma (bus navetta) e ciclabili a connettere rapidamente, per esempio, la stazione finale con Riva e con Arco, ma anche quella di Torbole con il lungolago e con Malcesine e quella di Mori con Brentonico e la val di Gresta.

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