Rovereto, mazzata dal Demanio

Affitti dal 2003 sulla base di un canone 30 volte maggiore di quello concordato: 750mila euro


Luca Marsilli


ROVERETO. Fino alla vendita della Manifattura Tabacchi da parte del Monopolio, anche l'asilo annesso era stato del Ministero delle Finanze. Poi era diventato del Demanio dello Stato, Agenzia di Bolzano. Sono passati 8 anni dal decreto ministeriale che stabiliva quel passaggio di proprietà; 5 dall'intavolazione dello stesso diritto. E nell'aprile scorso il nuovo padrone dell'immobile si è fatto vivo: chiede al comune 751.508 euro di affitti arretrati.

Il comune ha risposto, superato lo choc, con una lettera che spiega le proprie ragioni: l'avere pagato regolarmente il canone stabilito fino a tutto il 2006 al Ministero delle Finanze; l'avere a suo tempo pattuito con lo stesso Ministero un canone particolarmente vantaggioso (5 milioni e rotti in lire di allora, 2887 euro tradotto nella nuova moneta e rivalutato fino ad oggi coi parametri Istat) perchè si faceva carico per intero delle spese di ammodernamento e manuntenzione del vecchio immobile, che in effetti è stato ristrutturato radicalmente a spese del comune.

E di non avere avuto alcuna indicazione diversa dal Demanio, nè una proposta di adeguamento del canone o una qualsivoglia pezza di appoggio - perizia - che giustifichi una richiesta diversa. Per tutta risposta il Demanio ha rimandato la stessa lettera, con cui ingiunge di pagare quei 751 mila euro, aggiungendo il canone che ritiene in vigore ad oggi: 99 mila euro l'anno. Nessun cenno su sconti per i lavori svolti nè tantomeno ragionamenti sul periodo in cui Rovereto ha effettivamente pagato, ma non a loro. E nemmeno una parola sulla vicenda parallela della proprietà della caserma dei carabinieri, comunale, che Rovereto ha sempre prospettato al demanio come possibile oggetto di permuta con l'asilo. Come dire che la questione sarà anche aperta e se ne parlerà, ma intanto ci sono da pagare gli arretrati.

Da parte sua il comune - a gestire la partita è direttamente il segretario Giuseppe Di Giorgio, anche se a questo punto pare molto probabile che debba finire in mano all'ufficio legale - protesta al limite dell'indignazione. Dal 2003 fino al 2006, obietta Rovereto, i canoni sono stati pagati al Ministero delle Finanze. Che li ha incassati senza battere ciglio. Quindi da una parte invoca la propria buona fede e dall'altra si fa forte del passaggio di proprietà avvenuto formalmente solo nel 2006, con l'intavolazione. Inoltre fa notare che nessuna trattativa o comunque proposta di modifica del vecchio canone è stata mai portata a conoscenza del comune di Rovereto.

Forse 5 milioni (2.800 euro) possono anche essere pochi, ma da quella cifra a 99 mila c'è un salto che pare al di là della ragionevolezza. Soprattutto se si pretende che sia accettata «d'ufficio» e con valore addirittura retroattivo. Per ora, mentre continua il carteggio con Bolzano, la determina del dirigente prevede l'accantonamento di 99 mila euro: il canone per il 2011 richiesto dal Demanio. Non perchè ritenga la richiesta ragionevole, ma per prudenza: peggio non può andare. Inoltre «prenota» 429 mila euro per gli arretrati, ritenendo anche questa cifra assolutamente prudenziale. Ma prima di pagare si dovrà arrivare ad una definizione certa di canone e arretrati. Ragionando tra enti, si spera. In Tribunale se ognuno andrà per la propria strada.













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