Rovereto, l'ex catasto è abbandonato

Tolte le imposte che rischiavano di cadere, il tetto fa acqua, illuminazione in tilt


Giancarlo Rudari


ROVERETO. Da sei anni è desolatamente vuoto. Anzi, no. Gli impiegati dell'ufficio del catasto e dell'ufficio del registro si sono trasferiti in via Pasqui e le loro stanze sono state trasformate in un deposito di mobili. Il tetto fa acqua da tutte le parti, le imposte sul lato di via Tartaritti sono state tolte perché rischiavano di cadere e l'intonaco presenta segni di degrado.

Un palazzo bellissimo, quello di proprietà della Regione in via Carducci, conosciuto anche come il palazzo delle trifore, per via delle finestre che illuminano il salone centrale utilizzato un tempo per incontri e riunioni. Si parla al passato, appunto, perché il presente è desolante. Sei anni fa i dipendenti raccolsero faldoni e documenti per spostarsi nella nuova sede degli uffici del registro e del castasto in via Pasqui e da allora nell'edificio nessuno ha mai messo più piede. Chiuso, sbarrato, utilizzato come magazzino e deposito di vecchi mobili. Un segno del tempo che passa inesorabilmente lasciando il segno.

La manutenzione sembra scarsa, o forse inesistente. Giusto una decina di giorni fa i vigili del fuoco sono stati chiamati ad intervenire a causa di un cortocircuito ad un cavo del faretto che illumina la statua del cavallo di bronzo in giardino. Giardino che ora ospita i giochi per bambini del mercatino di Natale. E l'acqua, o meglio la pioggia, crea danni pesanti al palazzo visto che da tetto, che ovviamente non è in condizioni ottimali, è scesa fino ai piani bassi.

Se non bastasse il tetto ad aver bisogno di mantuenzione, ci sono anche i canali di scolo dell'acqua piovana a... "fare acqua". Pioggia e umidità che mettono a dura prova la tenuta dell'intonaco che si sta staccando in vari punti, soprattutto sul lato di via Tartarotti. E proprio dalla facciata che guarda su via Tartarotti sono state tolte tutte le imposte che rischiavano, viste le loro condizioni, di cadere e di finire in testa ai passanti. Insomma un piccolo gioiello nel centro storico abbandonato e che sta andando in rovina. Si "salva" soltanto il giardino su via Carducci: ci sono giardinieri che si occupano del taglio dell'erba, un po' meno degli alberi e dei cespugli che quasi quasi nascondono alla vista il cavallo.

Sei anni di abbandono lasciano il tempo. Mentre ora, verrebbe da dire, è tempo che la Regione metta mano per evitare che il degrado avanzi progressivamente. Tempo fa era circolata la voce che il Comune fosse interessato al palazzo per mettere uffici e poter utilizzare la sala al primo piano per incontri, ma al di là delle intenzioni non si è andati. All'ex catasto potrebbero arrivare gli uffici del giudice di pace, ora stretti al Follone.

«L'ultimo incontro con un funzionario della Regione risale ad un anno fa - ricorda il vicesindaco Gianpaolo Daicampi - e in quell'occasione si era parlato del trasferimento del giudice di pace. A noi era stata la disponibilità per l'uso della sala delle trifore e di alcune stanze a piano terra. Se non sbaglio un anno fa si era parlato di un programma di lavori di manutenzione per il 2011-2012...»  Il 2011 se ne sta per andare e nulla sembra essere cambiato rispetto a sei anni fa. Anzi, no. Qualcosa è cambiato, ed in peggio ovviamente, visto che i lavori latitano. Il 2012 promette qualcosa di buono? Chissà, le risorse pubbliche sono sempre più risicate, i tagli non si fermano. Così come non si ferma il tempo che aggrava giorno dopo giorno le condizioni di salute, sempre più precarie, del palazzo.













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