Rovereto: il sindacalista Roberto Tavagnutti stroncato dall'influenza A

Morto dopo 20 giorni in Rianimazione a Milano. Aveva 58 anni ed era leader della Cisl funzione pubblica, settore che guidava da 15 anni. Era noto come il Robin Hood dei provinciali


Luca Marognoli


TRENTO.  E' stata una form aggressiva di influenza A a uccidere Roberto Tavagnutti, 58 anni, leader sindacale della funzionale pubblica trentina. Era uno che batteva i pugni sul tavolo, fino a farsi male. Uno che alzava la voce, pronto (si può quasi dire abituato) a litigare per far valere le proprie ragioni. Con le controparti ma anche con i colleghi. Celebri le sue sfuriate.

Però Roberto Tavagnutti le faceva senza malizia, semplicemente perché ci credeva e sapeva che la durezza, se unita alla correttezza, rientrava nel gioco delle parti. E la sua parte era quella di difendere i novecento dipendenti della Provincia iscritti alla Cisl funzione pubblica, settore che guidava da 15 anni.

Per lui non erano numeri, ma persone: in Provincia ricordano la tenacia e il furore con cui lottava per tutelare i singoli dipendenti, con nomi e cognomi, fino a prestare il fianco all'accusa di mancare di una "visione strategica".

Un leone che si è fatto vincere da un'influenza, dice sgomento chi lo conosceva.  Roberto Tavagnutti è morto, al Policlinico di Milano, dove era ricoverato in rianimazione da una ventina di giorni. A ucciderlo sembra sia stata una forma molto aggressiva di influenza A, nota anche come "suina". Roveretano, 58 anni, il sindacalista aveva un figlio diciottenne e una moglie dalla quale era separato.

Aveva anche tanti amici, sia nel sindacato che in piazza Dante, che da settimane seguivano con discrezione ma con grande ansia le sue vicende cliniche. In via Santa Croce non lo vedevano dal 7 gennaio. Gli era venuta la febbre alta, presto accompagnata da difficoltà respiratorie: era finito al S.Maria del Carmine, prima in reparto e poi in terapia intensiva.

L'aggravarsi delle sue condizioni avevano spinto i medici a trasferirlo a Milano, dove esiste una macchina che aiuta a respirare i pazienti affetti dal virus H1N1. Da una situazione iniziale molto critica era migliorato fino a far sperare in una ripresa, ma ieri a mezzogiorno è arrivata la notizia che nessuno voleva ricevere.

Listato a lutto il sito internet della Fp-Cisl, dove spicca una bella foto di Tavagnutti, ritratto con una pettorina gialla al corteo di ottobre per un fisco più equo. «Quella della detassazione anche nel pubblico impiego dei salari accessori era una "fissa" anche di Roberto», dice il collega Giuseppe Pallanch, responsabile degli statali.

Al sindacato erano come compagni di banco: «C'era un' amicizia profonda fra noi, mando un abbraccio al figlio Vittorio. Quando ero un sindacalista in erba è stato lui a guidarmi: diceva che bisogna affrontare i problemi e dar loro risposta, ma anche dire le cose come stanno. Lui lo faceva con me e le critiche mi sono servite per crescere. Ma si sarebbe comportato alla stessa maniera anche con il presidente della Repubblica. Era molto amato in Provincia, il nostro settore di maggiore rappresentatività».

Il segretario generale, Lorenzo Pomini, è affranto: «Ci ho sempre lavorato bene assieme perché era una persona molto pratica e pragmatica. Non girava attorno ai problemi: era sempre pronto a proporre soluzioni e a dare consigli. Anche molto franco: non te lo mandava a dire, dote che di lui ho sempre apprezzato».

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