Il Raid

Rovereto: i ladri all'Us San Rocco, devastata la sede

Misero il bottino: un vecchio computer portatile che, però, conteneva tutti i dati della società


di Giuliano Lott


ROVERETO. Ci sono furti che infastidiscono, ma ci sono anche quelli che indignano il derubato, perché oltre al danno subìto assistono pure allo sfregio gratuito. E quando a subire l’intrusione è una piccola società sportiva che certo non naviga nell’oro, ma cerca di darsi da fare per riuscire a far quadrare i conti con quelle poche risorse a disposizione, ci sta anche che il presidente si arrabbi. Anche se in realtà Lino Trainotti, presidente dell’Us San Rocco, è forse più avvilito che arabbiato.

«Mi viene quasi da piangere - dice aggirandosi tra le cartelle sparse negli uffici da chi - non si capisce secondo quale stringente logica, si aspettava di trovarvi beni di valore -. Qui non c’è stato solo un furto, i ladri hanno infierito, forse proprio per la frustrazione di non aver trovato soldi, ammesso che cercassero quelli». Di sicuro, sono entrati forzando una finestra nella zona più lontana dalla vista, negli uffici della società in via Baratieri, ai bordi del campo sportivo.

Non è certo una zona frequentata, ma è probabile che durante la notte fosse del tutto deserta. E sul fatto che il furto sia avvenuto nelle ore notturne, nessuno nutre particolari dubbi. Non certo Trainotti, che racconta: «Fino alle 17.30 di sabato la sede era aperta e dubito che siano entrati qui la sera. Molto più probabile che abbiano aspettato la notte». Appena entrati, i ladri hanno rovistato dappertutto, scardinando gli armadietti e sparpagliando per terra quello che vi trovavano dentro.

«Hanno preso le cartelle con i documenti delle società e li hanno strappati dai raccoglitori. Non credo si aspettassero di trovarci dentro soldi, quindi devono avere infierito per disprezzo. È l’unca spiegazione che riesco a darmi. È ovvio che qui non ci sono soldi, è la sede di una società sportiva, non il caveau di una banca. L’unica cosa di scarsissimo valore commerciale, ma per noi preziosissima, ce l’hanno portata via. Un vecchio computer portatile, che potrà valere si e no 200 euro, ma che conteneva tutta la documentazione digitale della società. Solo ricostruire questi documenti e rimettere in ordine le carte gettate alla rinfusa è un danno enorme».

Ironia della sorte, i ladri hanno del tutto ignorato un computer fisso molto più recente (ma anche più scomodo da trasportare). Mentre racconta la propria amarezza, Trainotti si arrabbia sul serio. «Questa è gente che non ha la minima idea di cosa significhi per noi lavorare ogni giorno mettendo a disposizione dei ragazzi il nostro tempo libero. Non siamo una società ricca, tiriamo avanti tra mille difficoltà, come altre squadre sportive della città. Per noi una cosa simile ha il doloroso sapore di uno sfregio, ed è al tempo stesso una dimostrazione di sconfinata stupidità.

Ci costringono a riparare danni inutili, perché non serviva certo devastare la nostra sede in questo modo, bastava un’occhiata per capire che negli armadietti e negli uffici non avrebbero trovato un centesimo. Poi ci sarà da pagare il conto del carpentiere che dovrà sistemare gli infissi forzati. E inoltre ci tocca fare un ulteriore sforzo per risistemare annate intere di documenti, per non dire di quelli perduti, che erano nella memoria del computer portatile rubato. Certo che m’indigno. Mi fa una gran rabbia quello che è successo, è stata usata della cattiveria incomprensibile».

A Trainotti non è rimasto che chiamare il 113 e sporgere denuncia al commissariato, dopo un sopralluogo degli agenti. Una denuncia contro ignoti che farà la fine di altre similari. A supporto della denuncia, non c’è nemmeno una ripresa video. Per acquistare delle telecamere l’Us San Rocco non avrebbe nemmeno le risorse, ma sarebbe oltre tutto una spesa insensata per proteggere l’archivio della società, che non ha valore se non per giocatori, allenatori e dirigenti del San Rocco. Tutto appare come un gesto insensato. che scoraggia e genera rabbia.

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