Rovereto: cibi avariati, sequestro dei Nas

Termometro rotto e temperature sballate: al macero 45 chili di alimenti



ROVERETO. La visita dei Nas la ricorderanno per un pezzo, i due gestori del Paradise, call center e rivendita alimentari di via Don Rossaro. Il nucleo antisofisticazioni dei carabinieri ha sequestrato 116 confezioni di cibi, conservate in un frigorifero in cui la temperatura era di 14 gradi centigradi. Denunciati i titolari, entrambi di 43 anni e di origine pakistana. Il controllo dei Nas risale a due giorni fa. I carabinieri del nucleo antisofisticazione hanno rilevato la prima anomalia proprio nell'armadio frigo: il termometro previsto dai regolamenti Haccp non funzionava. Sugli involucri delle confezioni - carni, latticini e formaggi - erano specificate le temperature per una corretta conservazione. Nel dettaglio, alcuni cibi andavano mantenuti tra i 0 e i 4 gradi, mentre gli altri potevano essere conservati tra i 4 e i 10 gradi. I titolari della Paradise Sas hanno tentato di giustificarsi sostenendo che il termometro si era rotto e che la ditta incaricata della manutenzione, cui spettava il compito di riparare il guasto, non era ancora intervenuta malgrado le ripetute sollecitazioni. Il problema è però che la temperatura rilevata dagli uomini del Nas all'interno del frigorifero era di 14 gradi, cioè almeno 4 gradi oltre il limite, nei casi più fortunati. Va da sè che chiunque abbia acquistato alimenti da Paradise rischia di consumare cibi avariati senza averne alcuna consapevolezza. L'armadio frigorifero e tutto il suo contenuto, circa 45 chili di merce, è stato sequestrato. Sono stati eseguiti dei campionamenti degli alimenti, che verranno analizzati in laboratorio, mentre il resto della merce verrà avviato alla distruzione. I due titolari della Paradise Sas sono stati denunciati per vendita di alimenti in cattivo stato di conservazione, ma oltre al versante penale vi è una sanzione amministrativa piuttosto salata per aver conservato alimenti in maniera difforme da quanto prevede la normativa del piano Haccp, con il rischio di pregiudicare la salute degli acquirenti. La contravvenzione va dai mille ai seimila euro. (gil)

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