commercio

Rovereto, apre il quinto bazar cinese

Il presidente dell’Unione commercio e turismo Fontanari: «Questo è l’effetto delle liberalizzazioni. A tutela di tutti chiediamo che vengano fatte rispettare le regole sui contratti e sui prodotti»


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Si lavora freneticamente per rifornire gli scaffali di tutto e di più, per sistemare gli ultimi allestimenti, per dare una ripulita al pavimento: ecco è tutto pronto. Domani apre in zona industriale, di fronte al Millennium Center, un nuovo bazar cinese. È il quinto market di grandi dimensioni (oltre a piccoli negozi) gestito da cinesi. Negozi nei quali si può trovare di tutto e di più: dall’abbigliamento ai casalinghi, dai giocattoli ai detersivi, dagli articoli per animali alla cancelleria.

Si chiama Huali Market l’ultima insegna che si accenderà da domani preceduta da quella dell’Iper convenienza in via Lungoleno (aperto all’inizio dell’anno), e quindi ancora prima lo storico Superbazar sulla statale e il Market di via Dante ai quali ha fatto seguito Erick Moda difronte alla stazione dei treni. Un proliferare di bazar con prodotti di qualità più o meno elevata (anche tra loro tengono a precisare che ci sono differenze qualitative) e spesso dal prezzo che appare “impossibile” che preoccupa i commercianti.

«Questo è il risultato delle liberalizzazioni che non sono state chieste dai piccoli commercianti. Ma cosa dobbiamo dire in queste condizioni? Che se vengono rispettate le regole ognuno è libero di comportarsi come vuole... Ma le conseguenze di un mercato liberalizzato purtroppo si vedono» risponde Marco Fontanari, presidente dell’Unione commercio e turismo. Licenze liberalizzate e orari (dopo il decreto salva Italia di Monti) totalmente liberi sette giorni su sette.

«L’importante - aggiunge Fontanari - che a tutela di tutti, siano operatori economici che consumatori, vengano rispettate tutte le regole a 360 gradi: dal rispetto delle norme europee sui prodotti in vendita agli obblighi contrattuali per chi lavora in questi negozi che non danno occupazione agli italiani». Il proliferare dei bazar cinesi è dovuto al fatto che i prezzi dei prodotti siano bassi, talvolta incredibilmente bassi? «Sarebbe meglio iniziare a chiedersi perché da loro un prodotto costa un euro e in un negozio italiano tre volte di più... Saranno più bravi di noi?» si interroga Fontanari. O, magari, possono contare su particolari agevolazioni che favoriscono l’apertura di bazar?

La zona del Millennium sembra essere diventata più attrativa del centro... «Il centro storico deve avere negozi di altro tipo. E, secondo me, è ora che si torni a ricontingentare le licenze. Facciamo il punto su questi anni trascorsi, valutiamo come sono andate le cose e poi ragioniamo. Le liberalizzazioni hanno dato effetti o no? Non vogliamo più sentire dire dai politici “pensiamo al futuro” quando bisogna amministrare il presente prima che sia troppo tardi» conclude Fontanari.













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