la sentenza

Rotaliana, molestava la figliastra: cinque anni di carcere

Per mesi un trentunenne straniero ha abusato della bimba della compagna



TRENTO. Per quasi un anno ha sottoposto la figlia della compagna ad attenzioni morbose. Attenzioni che non hanno mai lasciato segni sul corpo della bimba, che all'epoca dei fatti aveva poco più di otto anni, ma che certo hanno lasciato ferite indelebili nell'animo e nella mente della piccola.

Gli episodi - quattro quelli che gli venivano contestati - per cui è finito a processo un trentunenne straniero residente in Rotaliana sono avvenuti tra il luglio del 2012 e il marzo del 2013 e a denunciarli, in un primo momento, era stata proprio la ragazzina, che aveva raccontato alla madre di quanto le faceva il patrigno quando si trovavano da soli in casa.

La donna, comprensibilmente turbata e incredula, aveva portato la piccola in ospedale per verificare la veridicità dei racconti, ma i medici non avevano riscontrato nulla di anomalo sul corpo della figlia. Purtroppo, però, la bimba non si era inventata nulla: a confermare le accuse erano stati prima i servizi sociali, che avevano iniziato a seguire la famigliola, e poi, in sede processuale, anche l’incidente probatorio con il gip Francesco Forlenza e la psicoterapeuta Anna Maddalena Boccagni nel corso del quale - condotto con tutte le precauzioni necessarie a infliggere nuove ferite alla giovanissima vittima - erano emersi nuovi agghiaccianti particolari sulle molestie compiute dall’uomo sulla figlia della compagna. Ieri, in tribunale a Trento, con l’imputato assente all’udienza, il giudice Marco La Ganga ha condannato l’uomo a cinque anni e tre mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’espulsione dall’Italia una volta che avrà scontato la pena.

 













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