il caso

Rossi tira dritto su Berti: «Fondazione Mach, governo a due»

Dopo il parere negativo della commissione, domani attesa la decisione di giunta. L’assessora vuole un ad della ricerca. Il presidente: «No a pregiudizi e etichette»


di Chiara Bert


TRENTO. I pareri come le sentenze. Per il governatore Ugo Rossi «sono pareri e in quanto tali non si commentano»: «La giunta farà le sue valutazioni secondo lo schema di governance duale che è adottato anche in altre realtà». Il parere in questione è quello - negativo - espresso venerdì dalla prima commissione, con i voti contrari del Pd e l’astensione dell’Upt, su Andrea Berti, direttore del Codipra (il consorzio di difesa dei produttori agricoli), che Rossi vuole alla presidenza della Fondazione Mach, per segnare una svolta manageriale dopo la presidenza di Francesco Salamini giudicata troppo orientata sulla ricerca e con scarsi rapporti con il mondo agricolo. Per Pd e Upt Berti non ha i requisiti per il profilo scientifico richiesto dallo statuto della fondazione e il suo ruolo al Codipra che si occupa di assicurazioni agricole sarebbe in conflitto d’interesse con la presidenza di una fondazione che fa ricerca sull’agricoltura.

Domani la nomina sarà sul tavolo della giunta. Che non ha presentato alla commissione candidature alternative a quella di Berti, nonostante l’assessora alla ricerca Sara Ferrari (Pd) abbia continuato a ripetere che lei i nomi autorevoli li aveva pronti (tra questi l’ex ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza e l’ex direttore dell’Istituto di San Michele Attilio Scienza). Ma al di là del braccio di ferro degli ultimi giorni e delle contestazioni della commissione, quello che si va profilando in giunta - tra il presidente e l’assessora - è un accordo su un nuovo «governo» di San Michele: da una parte un presidente-manager, Berti, dall’altra un amministratore delegato alla ricerca di cui si tratterà di capire quali poteri avrà. Rossi aveva parlato settimane fa di affiancare al presidente un responsabile del comitato scientifico con un ruolo rafforzato. Meno di quanto chiedono Ferrari e il Pd, che vorrebbero dare al nuovo ad pieni poteri sulla parte amministrativo-gestionale con deleghe specifiche sulla ricerca.

Per quest’ultima figura ci sarebbe già pronta una rosa di nomi incamerati da Ferrari, tra i quali Celestina Mariani, alla guida del dipartimento di fisiologia molecolare delle piante all’Università di Nijmegen in Olanda.

Il nuovo assetto dovrà essere inserito con una norma nella legge finanziaria. L’assessore spinge per ridurre i membri del cda riequilibrando la presenza a favore della ricerca visto che oggi 8 su 12 appartengono al mondo agricolo. Un passaggio su cui non c’è l’assenso del governatore, che proprio al mondo agricolo ha «promesso» di cambiare rotta alla Mach. Berti alla presidenza - chiamato per questo ruolo dallo stesso Rossi, come ha dichiarato lui stesso - rappresenta il volto della nuova rotta. Lo statuto prevede che il presidente sia scelto tra «persone di riconosciuta qualificazione professionale nel mondo della ricerca, delle scienze agrarie-forestali e biologico-ambientali, dell’amministrazione o della formazione superiore e universitaria». Quanto basta per far dire al presidente della commissione Luca Zeni (Pd) che «per una fondazione scientiica non si propone una persona che di lavoro stipula polizze agricole». Ma Rossi potrebbe aggrapparsi alla qualificazione nell’ambito dell’«amministrazione». Quanto al conflitto d’interessi, che per Zeni imporrebbe a Berti almeno di dimettersi dal Codipra, da ambienti vicini a Rossi si fa notare che «tutti i rappresentanti del mondo agricolo coinvolti nel cda come imprenditori sarebbero in conflitto d’interesse». Il presidente si limita a dire: «Basta con i pregiudizi, e basta dare connotazione politica alla nomina di Berti, che con la politica non c’entra nulla. Basta dare etichette alle persone. C’è chi lo ha fatto anche con Daldoss, un ex sindaco di Vermiglio non poteva fare bene l’assessore. Invece si sono tutti sbagliati».













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