Rossi: «Poteri legislativi alla giunta»

Riforma Statuto, fa discutere la proposta dell’esecutivo alla Consulta. E il governatore difende con forza la Regione


di Chiara Bert


TRENTO. Una giunta con potere legislativo, in grado di «decretare» come accade per il governo a livello statale, «per un tempo limitato e per oggetti definiti» È questa una delle proposte che la giunta provinciale ha inserito nel documento di contributo ai lavori della Consulta per la riforma dello statuto, presentato ieri dal governatore Ugo Rossi nel corso dell’audizione della giunta alla Consulta. «Pensiamo che alla luce della quantità e della qualità delle competenze della Provincia, sia assolutamente giustificato che un governo provinciale possa utilizzare lo strumento della delega di funzioni legislative da parte del consiglio», ha spiegato Rossi, «sarebbe utile per esempio ad accelerare i processi nell’ambito delle codecisioni con Bolzano».

La proposta ha subito fatto discutere. «È una questione molto delicata - ha obiettato il consigliere Giuseppe Detomas (Ual) - a livello statale c’è una strutturazione diversa dei poteri e c’è una promulgazione dei decreti da parte del presidente della Repubblica. Dobbiamo pensare a strumenti per riequilibrare i poteri e a come ridare centralità al consiglio provinciale, per esempio con la possibilità di approvare una mozione di sfiducia». Il presidente del consiglio Bruno Dorigatti, presente ieri all’audizione, si mantiene prudente ma avverte: «Per quanto mi riguarda sarò attento a difendere le prerogative del legislativo. Dipenderà dalle materie». Quanto ai contrappesi invocati da Detomas, Rossi ha detto di preferire la «mozione di sfiducia costruttiva» (con il vincolo ad indicare un nuovo esecutivo) e ha aggiunto però un’altra proposta che rafforzerebbe il potere dell’esecutivo: «Perché non pensare anche alla possibilità per la giunta di porre la fiducia?».

Autonomia responsabile. Il governatore ha parlato di un’autonomia riconoscibile e responsabile, solidale perché disponibile a farsi carico delle difficoltà di altri territori e di altri popoli, aperta al confronto e alla contaminazione di culture e di mercati, infine un’autonomia innovativa, che si pone come terreno di innovazione sociale dal welfare al lavoro all’inclusione attiva. Il tutto dentro «un orizzonte riformista», «in un tempo in cui bisogna capire come ridurre l’intervento pubblico senza penalizzare i più deboli».

La difesa della Regione. Sotto il profilo istituzionale, Rossi ha definito «cruciale» l’assetto tripolare con la Regione e le due Province. Difesa della Regione, dunque, senza se e senza ma, di fronte alle spinte per abolirla che arrivano dall’Alto Adige. «La Regione - ha detto - rappresenta il punto di convergenza istituzionale delle due Province, con una sua caratura politica, nel quale le competenze sono esercitate in forma di codecisione». La Regione «dovrebbe essere dotata di proprie competenze legislative e amministrative e potrebbe essere destinataria di funzioni che le Province le assegnano in un quadro di collaborazione», dai trasporti all’energia, dalla sanità alla giustizia, mentre andrebbero evitate le duplicazioni con funzioni esercitate dalle Province (per esempio negli ambiti della solidarietà e della cultura). La proposta della giunta contempla che la Regione mantenga un esecutivo e un’assemblea legislativa «con una composizione più ristretta».

Doppio binario e rapporti con Bolzano. Dopo la bocciatura della riforma costituzionale al referendum del 4 dicembre, la riforma dello Statuto di autonomia ha smesso di essere un obbligo per Trento e Bolzano, e in molti si chiedono che fine farà il lavoro della Consulta trentina e della Convenzione altoatesina. «A prescindere dai risultati pratici, questo lavoro è importante per riscoprire il valore dell’autonomia, che a volte viene data per scontata», è tornato ad incalzare ieri il presidente della Provincia. Quanto alla praticabilità politica di portare in porto la riforma, «dipenderà dal confronto politico a livello regionale e statale. Non sono ipotizzabili riforme che comprimano la nostra autonomia». E sui rapporti con Bolzano, Rossi ha avvertito: «La praticabilità politica passerà dalla capacità trentina di avere pazienza e capire le difficoltà altoatesine». Un riferimento al governatore Kompatscher, «oggetto di forti critiche» dalla destra tedesca e anche da frange della Svp. «Quando si difende a oltranza la propria sensibilità, la Regione ha prodotto lacerazioni», ha ricordato Rossi.

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