Rossi al Patt: se cambia linea, non ci sarò

Il governatore: «Kaswalder e Bottamedi fanno il congresso in aula». Modificato il regolamento: fuori chi non versa la quota


di Chiara Bert


TRENTO. Ugo Rossi avverte il suo Patt: «O il congresso confermerà la linea politica che ho contribuito a dare, o non sarò più adatto al ruolo che ricopro». Tradotto: finito il mandato alla guida della giunta, non sarò più candidato alla presidenza della Provincia.

Il messaggio, forte e chiaro, arriva a due settimane da un congresso, il prossimo 13 marzo, che al momento vede quattro candidati in campo (il segretario uscente Franco Panizza, il deputato Mauro Ottobre, Dario Chilovi espressione dell’ala dissidente di Kaswalder e Bottamedi, Giuseppe Corona che interpreta l’anima più tradizionalista del partito) e nel pieno dell’ennesima bufera che ha investito il gruppo consiliare provinciale, e la maggioranza, dopo l’ennesimo voto in dissenso espresso da Walter Kaswalder e Manuela Bottamedi sul caso Deloitte. Il clima è teso, e lo dimostrano le parole usate dal segretario Panizza, richiamato con urgenza a Trento giovedì sera per la giunta e il consiglio del partito, tanto da disertare il voto di fiducia sulle unioni civili in Senato: «Ho ricevuto una serie di telefonate allarmate da Trento per la situazione politica che si era venuta a creare in consiglio provinciale dopo le sedute di ieri mattina e di mercoledì», ha spiegato ieri per giustificare la sua assenza in aula.

Walter Kaswalder getta acqua sul fuoco: «La riunione del consiglio del partito è stata pacatissima. E io ho riascoltato quello che ho detto in aula su Deloitte e non capisco da dove sia nato il caso. Ho solo detto che 12 milioni di consulenze sono una cifra mostruosa, ci fai due scuole con quei soldi». «Andiamo a vedere i voti in aula - incalza Kaswalder - e scopriremo che io ho votato in dissenso pochissime volte. Se poi si vuole andare alla battaglia, facciamola. Ma io da presidente del partito cerco di unire. Non si può fare un partito di raccolta con il pensiero unico, bisogna tenere insieme le diverse anime».

Ma tenere insieme sembra stia costando più sforzi del previsto. E Ugo Rossi lo dice senza giri di parole: «Kaswalder e Bottamedi stanno facendo il congresso in consiglio provinciale, così non va. È un approccio immaturo, che non ha nulla a che fare con la politica. Un conto è essere protagonisti della discussione congressuale, altro è distinguersi costantemente in aula dalla maggioranza. Io ho detto che così non si fa, ma non spetta a me cacciarli». «I congressi - avverte il governatore - servono per definire una linea politica. Per me i capisaldi della linea del Patt sono l’appartenenza al centrosinistra autonomista, pur guardando a sensibilità anche non partitiche che stanno all’esterno, e l’alleanza stretta con la Svp. Sono entrato nel Patt quando era con il centrodestra e ho costruito le condizioni per fare un certo percorso, in alleanza con la Svp. Se il congresso esprimerà una linea diversa, io non ci sarò più, vorrà dire che non sono più adatto al ruolo che oggi ricopro. Andrò a fare altro, il dirigente di Trentino Trasporti...». Dopo il pranzo di una settimana fa con i candidati alla segreteria, Rossi spiega che «sulla linea sembrava ci fosse una certa unità», «ma il giorno dopo ci si sveglia e le cose sono già cambiate. O ci si mette d’accordo, o si andrà al confronto su due linee diverse, in serenità. Nei partiti accade così».

Intanto il consiglio del Patt, chiamato giovedì sera a definire le operazioni congressuali, ha approvato una modifica al regolamento del partito: tutti gli eletti che aderiscono al gruppo consiliare (e non solo gli eletti nelle liste del Patt) devono partecipare al finanziamento del partito, se non lo fanno decadono dalle cariche e perdono la qualifica di tesserato. Una modifica cucita sul caso Bottamedi: se la consigliera non si metterà in regola con le quote che deve versare, sarà espulsa.

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