Rogo al ripetitore, mano anarchica

Chiara rivendicazione sul luogo dell’incendio. Brennercom: disagi limitati



TRENTO. La scritta con lo spray nero «Massimo e Sirio liberi» vale come una firma. E se prima c’erano dei dubbi, ora c’è la certezza: l’attentato incendiario al ripetitore della Brennercom che si trova lungo la strada che porta al rifugio Maranza. A trovarla, gli investigatori della Digos che ieri mattina hanno portato a termine il sopralluogo che era iniziato già ieri sera dopo che era stato lanciato l’allarme. La chiamate ai vigili del fuoco per segnalare l’incendio che si vedeva da centinaia di metri di distanza è arrivato poco prima delle 21 di ieri sera. Sul posto i vigili del fuoco che si sono occupati di spegnere il fuoco cercando di limitare i danni. E sono arrivati anche i poliziotti che, come detto, sono tornati sul luogo ieri mattina. Accanto alla Digos - coordinata dal dirigente Tedesco - anche gli uomini della scientifica che hanno raccolto diversi reperti che saranno analizzati nei prossimi giorni dal gabinetto interregionale di Padova. Al momento l’ipotesi è che per dare fuoco al traliccio - danni per fortuna più limitati che in altri episodi simili - sia stata usata delle benzina portata in zona con una tanica. Per fortuna l’incendio non ha attaccato la cabina ma a bruciare sono stati i cavi. E così ieri mattina verso le nove - terminate le verifiche sul posto da parte della polizia - si sono messi al lavoro i tecnici della Brennercom per ripristinare le linee. «Verso le 13 - ha spiegato ieri il direttore tecnico della società, Roberto Sartin - il servizio era stato ripristinato per la gran parte dei nostri clienti. Erano circa una ventina quelli serviti da quel ripetitore e si tratta di aziende che si trovano a Trento sud, Mattarello e Ravina. Visto che i servizi che offriamo sono diversi c’è chi si è trovato isolato con il telefono e chi ha avuto danni minori. Noi ci siamo subito messi in moto offrendo anche soluzioni tampone ma nel giro di poche ore, la situazione era tornata alla normalità. Un intervento rapido ma questa volta sono andati bruciati «solo» i cavi. Due anni fa sul Calisio le conseguenze furono più gravi».

Sistemata la parte tecnica, adesso partono le indagini. La scritta è di chiara matrice anarchica e fa riferimento a Massimo Passamani - ai domiciliari dopo l’indagine per associazione sovversiva di Trento ma anche per fatti relativi ad un’attività della procura di Torino - e Sirio Manfrini, anche lui ai domiciliari perché indicato come uno degli autori dell’assalto anarchico agli uffici della «Geostudi servizi srl» di Torino. In quell’occasione c’erano stati danneggiamenti e imbrattamenti.

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