Riforma, si accende lo scontro nel Pd

Appello del fronte del no: «Riforma centralista, troppi poteri al governo». Tonini: «Dimenticano le conseguenze per l’Italia»


di Chiara Bert


TRENTO. A cinque giorni dal referendum costituzionale si accende lo scontro anche nel Pd trentino. Dopo che a settembre l’assemblea all’unanimità ha approvato un documento di sostegno alla riforma, nel rush finale i sostenitori del no sono usciti allo scoperto. L’assessora regionale Violetta Plotegher è la prima firmataria (con Fabiano Lorandi, Alessandro Branz e Filippo a Beccara) dell’appello «Il no di chi vuol bene all’Italia»: «La riforma va nella direzione sbagliata, non migliora il funzionamento delle istituzioni e insistendo con il centralismo dello Stato e la supremazia del governo sugli altri poteri democratici, prepara il terreno per l’affermazione della destra populista». «Le scelte sulla Costituzione vanno separate dai destini di un governo e di un leader». Ha annunciato il suo no anche il capogruppo comunale Vanni Scalfi. A loro ha risposto ieri il senatore Giorgio Tonini: «Alcuni amici e compagni del Pd stanno dicendo urbi et orbi che voteranno no. Hanno il palato molto fine. Ad alcuni non piace questo, ad altri quell’aspetto della riforma. Opinioni rispettabili purché si sia consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni. Se vincesse il no il fallimento di questa riforma trascinerà con sè, insieme a un altro pezzo di credibilità dell’Italia, la governabilità della legislatura». La prospettiva, per Tonini, è che si vada a votare con il sistema proporzionale che produrrà un nuovo governo di larghe intese.













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