Rifiuti illegali a monte Zaccon, le parti civili: "Rimuovere 850 mila tonnellate"

La rimozione complessiva dei rifiuti oltre al risarcimento dei danni: lo chiedono le parti civili nel processo contro lo stoccaggio di rifiuti illegali nella cava di monte Zaccon a Roncegno, in Valsugana



TRENTO. La rimozione complessiva dei rifiuti oltre al risarcimento dei danni: lo chiedono le parti civili nel processo contro lo stoccaggio di rifiuti illegali nella cava di monte Zaccon a Roncegno, in Valsugana.

''Un'interessante consulenza dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) quantifica il danno in 156 milioni di euro e afferma che l'unico modo di bonificare è rimuovere tutto quanto colà stoccato dal 2001: 850.000 tonnellate'' di rifiuti.

A riferirne è Mario Giuliano, difensore dei 54 proprietari o residenti della zona costituitisi parte civile nel processo sullo stoccaggio illegale di rifiuti pericolosi nella ex cava di Monte Zaccon a Marter di Roncegno, in Valsugana.

Riferisce che la quantità di rifiuto speciale pericoloso è meno della metà, ma che la consulenza citata spiega come ''il ripristino diretto per rimozione deve riguardare l'intero volume dei rifiuti presenti nel sito al momento del sequestro, a causa della miscelazione e della percolazione di acque contaminate".

L'avvocato chiede quindi ''di essere informato dei lavori della Commissione ad hoc del Comune di Roncegno e del gruppo di lavoro istituito dalla Provincia autonoma di Trento in materia''.













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