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Pugni e calci alla corriera per farla fermare

Ennesimo episodio violento a Lavis. La Cisl pronta alla sciopero: Trentino Trasporti sia parte civile



TRENTO. Voleva salire sull’autobus ad un incrocio, dove la fermata non è prevista. E davanti al «no» dell’autista del mezzo pubblico, ha dato in escandescenza. Tutto questo è successo nel primo di ieri a Lavis. L’ennesimo episodio di minacce contro chi guida i mezzi pubblici. In base alla ricostruzione dei fatti, un uomo ad un incrocio si è sbracciato per poter salire sul mezzo. E davanti al «no» ha iniziato a prendere a calci e pugni il mezzo arrivando persino a lasciare il segno (come è evidente nella foto che pubblichiamo a lato) sul parabrezza della corriere.

Intanto la Fit-Cisl ha chiesto a Trentino Trasporti un incontro urgentissimo per trattare il tema della sicurezza dei capotreno sulla tratta Trento - Borgo. Nella richiesta a firma del segretario provinciale Massimo Mazzurana tra l'altro si chiede «se l'azienda, o le organizzazioni per la quali prestiamo servizio, siano in grado di garantire un minimo di sicurezza dotando il personale addetto di strumenti sia materiali che formativi volti a salvaguardarne la dignità lavorativa ed integrità anche fisica. Pur consapevoli delle difficoltà che incontrerete nell'affrontare la questione vi informiamo che è nostra intenzione attivare forme di sciopero che, pur cercando di non recare danno al servizio, garantiranno l'incolumità dei lavoratori».

Il rischio che si corre è anche quello che i capotreno rinuncino al loro compito di verifica (dei biglietti) per evitare aggressioni come quella di giovedì scorso che però è solo l'ultimo episodio di una serie che si sta allungando. Infatti Andrea Moscon rappresentante della Fit Cisl sottolinea come siano già dieci gli episodi accaduti da inizio anno e come nessun comparto di Trentino Trasporti ( autobus, treni ed impianti a fune) possano essere considerati non a rischio. «Sentire che questi delinquenti dopo poche ore sono già liberi e che questo nostro sacrificio personale non è servito a garantirli alla giustizia, non è accettabile. Dopo questo ulteriore episodio speriamo che l'azienda si costituisca parte civile richiedendo il rimborso dei danni anche d'immagine subiti. Di sicuro la sicurezza dei capotreno è una questione da affrontare a breve termine, partendo dal punto debole del dover svolgere il servizio di verifica da soli, senza il supporto di un collega». (d.p.)













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