Psoriasi e «materia oscura microbica»: uno studio da premio

Al lavoro portato avanti da Nicola Segata del Cibio un riconoscimento da 140 mila euro col Gold Award


di Martina Bridi


TRENTO. Un gruppo di ricercatori del centro per la biologia integrata dell’università di Trento è al lavoro per dare nuove risposte alle persone affette da malattie delle pelle come la psoriasi e la dermatite atopica. Alla base dello studio c’è la «materia oscura microbica», ovvero la massa di cellule microbiche (principalmente batteri e funghi) che vive sulla cute sana. L’obiettivo è verificare l’ipotesi che queste cellule possano avere un ruolo nell’insorgenza, nella gravità e nella curabilità di tali malattie. Oltre al laboratorio di metagenomica computazionale del Cibio, lo studio vede coinvolti il dermatologo Mario Cristofolini come promotore della ricerca, il personale delle terme di Comano, la pediatria del Santa Maria del Carmine di Rovereto (diretta da Ermanno Baldo) e la dermatologia del Santa Chiara di Trento (diretta da Carlo Renè Girardelli). Lo studio è finanziato dalle Terme di Comano. «Un’ampia frazione della massa di cellule microbiche che alberga nel nostro organismo, dal 90% al 99% del totale, è rimasta pressoché sconosciuta perché tali organismi non possono essere coltivati in vitro e, di conseguenza, la loro caratterizzazione finora non è stata possibile - spiega Nicola Segata, responsabile del laboratorio di metagenomica computazionale del Cibio - L’avvento della prima generazione di tecniche meta genomiche non basate sulla coltivazione avvenuto negli ultimi anni ha permesso di studiare questa massa microbica in vivo e ha quindi reso possibile lo studio della sua enorme parte nascosta». Cosa hanno dimostrato i primi studi? «Hanno evidenziato la connessione tra le comunità batteriche che colonizzano la cute e il manifestarsi di malattie infiammatorie croniche come la psoriasi e la dermatite atopica, e il recente avvento della seconda generazione di tecniche metagenomiche sta rendendo possibile questo studio con una precisione ancora maggiore – prosegue Segata - I primi risultati della ricerca che stiamo svolgendo suggeriscono che una diminuita biodiversità microbica e specifiche sue configurazioni siano correlate all'andamento clinico della psoriasi». Tali risultati preliminari e il lavoro di sviluppo di strumenti computazionali per l’analisi di dati metagenomici hanno portato all’assegnazione del Gold Award di 140 mila euro a Nicola Segata. Il premio viene assegnato ogni anno a «talentuosi giovani ricercatori come riconoscimento del loro contributo eccezionale per la scienza» segnalati dalla Società Europea per la Ricerca Dermatologica ed è finanziato dalla Leo Pharma Research Foundation. Il premio è stato consegnato a Nicola Segata a Rotterdam durante la presentazione dei risultati dello studio trentino alla conferenza di Esdr e sarà utilizzato per incrementare la ricerca sulle malattie cutanee.













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