Prostituzione e biotestamento: «Circoscrizioni, adesso basta»

Il Consiglio di Povo raccoglie i temi lanciati nei giorni scorsi dall’Argentario, dal Comune arriva lo stop. Stefani (Pd): «Non possiamo occuparci di argomenti sovraterritoriali? Così si blocca la partecipazione»


di Luca Pianesi


TRENTO. Prostituzione e biotestamento? Sono questioni nazionali delle quali si devono occupare il Parlamento e gli organi centrali; non sono certo materia da circoscrizioni. Venerdì sera, durante il consiglio circoscrizionale di Povo, è bastato che il presidente della commissione Politiche sociali, Sergio Casetti, accennasse alla volontà di presentare nella prossima seduta un documento simile a quello approvato nella circoscrizione Argentario sul testamento biologico per essere bloccato dalla segretaria di circoscrizione: «Fatelo pure – ha detto la segretaria Loretta Casagranda – ma dal Comune c’hanno già avvisato che temi come questo, che hanno un carattere sovraterritoriale, non devono essere presi in considerazione». «Un errore madornale – replica il presidente della circoscrizione Argentario, Armando Stefani – perché così si blocca la partecipazione e la discussione della comunità. Non è detto che se ci sono temi “alti” questi non possano essere affrontati e rimessi al centro dell’attenzione “dal basso”. Sul tema della prostituzione, per esempio, abbiamo riacceso la riflessione su una questione che era stata messa all’angolo ma che resta e resterà un problema irrisolto finché non si farà qualcosa. Noi abbiamo lanciato una proposta che sta ottenendo consensi e approvazioni da più parti. Otto persone su dieci ritengono che l’idea di riaprire le case chiuse sia corretta e poi c’è la risposta diretta del Paese. Pensi che sono stato contattato da consiglieri di comuni di altre regioni italiane che mi hanno chiesto di fargli avere il nostro documento. Anche partendo dal basso si possono attivare meccanismi virtuosi di coinvolgimento e partecipazione. Dire che le circoscrizioni non debbano occuparsi di argomenti che non riguardano il loro territorio è un grave errore. Sul testamento biologico, poi, ci siamo avvalsi della collaborazione di esperti oltre che del contributo di consiglieri e cittadini comuni. E’ un documento fatto con tutti i crismi. E’ vero che l’argomento, probabilmente, tocca normative nazionali – conclude Stefani – ma gli albi dei testamenti biologici vengono fatti su scala comunale. Spero che altre circoscrizioni adottino il nostro documento perché in questa maniera si può costringere il Comune a discuterne in consiglio. Poi ci dicano che non vogliono farlo, ma abbiano il coraggio di rispondere». Stefani ha ragione. L’articolo 31 dello Statuto comunale, che riguarda le procedure di convocazione del consiglio, al punto 3(e) esplicita che “il Consiglio può essere convocato in sessione straordinaria su richiesta di non meno di tre Consigli circoscrizionali”. E prevede, al punto 4, che l’adunanza debba essere convocata entro dieci giorni dalla data in cui è pervenuta la richiesta. Una procedura obbligatoria e dalle tempistiche accelerate. Forse è bene che le circoscrizioni facciano squadra e collaborino sempre più tra loro.

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