Profughi, Zeni ai sindaci: «Basta dire no»

L’assessore: «Quindici persone non sono grandi numeri». La spesa per il 2017 aumenta del 50%: «Stima prudenziale»


di Chiara Bert


TRENTO. «Quindici profughi in un posto non sono grandi numeri, in Veneto ne mettono 150 in un albergo, o 1500 in un campo. Quelle sono concentrazioni». L’assessore Luca Zeni non perde la sua proverbiale flemma, ma questa volta la reazione è più dura di altre volte, di fronte alle nuove resistenze sull’accoglienza dei profughi. Il caso Fiavé è l’ultimo in ordine di tempo (vedi articolo in alto), ma nelle stesse ore un altro fronte si è aperto a Sardagna, dove le due civiche (Cantiere Civico democratico e Civica 4) hanno messo le mani avanti su un possibile utilizzo di Villa Rizzi per ospitare dei richiedenti asilo: «Inadeguata a un simile scopo».

«Di Villa Rizzi non so niente», risponde l’assessore, «mentre martedì ero a Fiavé per incontrare la giunta comunale». «Il nostro approccio al tema non cambia, la realtà è questa. Ci siamo assunti l’onere di gestire l’accoglienza per evitare che il prefetto, come avviene nelle altre regioni, possa decidere di mettere cento profughi in un hotel. Ma questo modello passa per una collaborazione con i Comuni. Troppo facile dire “Bene il modello, ma non sul mio territorio”. Finora abbiamo evitato di concentrare grandi numeri in uno stesso posto, e non mi si venga a dire che 14-15 persone sono grandi numeri. Ricordo che in Veneto hanno campi da 1500 e alberghi dove ce ne sono 150. In Alto Adige - prosegue Zeni - stanno individuando strutture da 40-50 persone. Per evitare queste cifre serve una distribuzione diffusa. Purtroppo ho constatato che le alternative da parte di alcuni sindaci emergono solo quando noi facciamo una proposta».

Ieri il tema dei richiedenti asilo è tornato in primo piano in consiglio provinciale dove Zeni ha risposto a un’interrogazione di Rodolfo Borga (Civica Trentina). Il consigliere ha chiesto di conoscere le ragioni dell’aumento delle risorse a bilancio per il 2017 per i profughi da 12,8 a 19,5 milioni. L’assessore ha ricordato che sulla base dell'intesa tra Stato e Regioni, al Trentino spetta lo 0,9% dei richiedenti asilo presenti sul territorio nazionale e che per gestire i costi la Provincia utilizza fondi statali. Ha quindi chiarito che «l'incremento degli stanziamenti è di tipo prudenziale, visto l'aumento delle presenze degli ultimi anni»: da 271 (42.735 giornate) al 31 dicembre 2014 si è passati a 696 del 2015 e 1230 (349.916 giornate) a fine 2016. Pronta la chiosa di Borga: «Confermati i nostri dubbi. Per il 2017 si prevede ragionevolmente un aumento del 50% dei richiedenti asilo in Trentino».













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