Profughi, in 153 alle ex caserme

L’Austria prepara una barriera al Brennero. Lunedì vertice tra Rossi, Kompatscher e Platter



TRENTO. Sono 153 i richiedenti asilo ospitati da ieri nelle ex Caserme Damiano Chiesa di via al Desert a Trento, ora ribattezzate «Residenza Fersina», struttura con una capienza massima di 250 persone. Il nuovo centro ha consentito di “alleggerire” il Campo della Protezione Civile di Marco di Rovereto (99 migranti trasferiti ieri alloggiavano nei container) e di svuotare completamente la Residenza Viote che ospitava 54 persone. A Marco rimangono una sessantina di profughi alloggiate nelle casette prefabbricate di recente costruzione, in attesa di sistemazione in piccoli gruppi sul territorio provinciale. L'attivazione della “Fersina”coincide con l'avvio di una nuova logistica di accoglienza strutturata in tre fasi. Al loro arrivo i migranti saranno accolti nel centro di smistamento, in due prefabbricati predisposti accanto alla Residenza Fersina (non più quindi a Marco), per il tempo strettamente necessario per effettuare l'identificazione e i controlli sanitari previsti dal protocollo di procedura del servizio sanitario provinciale. I due prefabbricati possono accogliere fino a 49 persone, garantendo una sistemazione alloggiativa diversificata in contemporanea: famiglie, donne sole e uomini soli. Da qui saranno poi trasferiti nelle strutture di prima accoglienza: Residenza Fersina a Trento se si tratta di maschi soli (massimo 250posti); Residenza Pinera a Rovereto (Campo di Marco) se si tratta di famiglie o donne sole (80 posti); Residenza Brennero per giovani tra 17 e 20 anni (72 posti); Residenza Quercia a Rovereto per compensare le altre strutture di prima accoglienza (80 posti). Nella terza fase i profughi saranno trasferiti sul territorio provinciale, compatibilmente con la disponibilità di alloggi, dopo aver presentato domanda di protezione internazionale.

Intanto si alza la tensione sui propositi del governo austriaco al confine del Brennero. Tempo 8-10 settimane al massimo e l'Austria potrebbe allestire una sorta di barriera per il controllo dei migranti: la stampa austriaca ipotizza anche come potrebbe essere allestito l'impianto che potrebbe costituire un serio problema nei transiti nell'asse tra il sud ed il nord dell'Europa. Si dovrebbe realizzare una carreggiata di controllo sulla strada al cui margine sorgerebbero dei container con all'interno i gendarmi, incaricati di controllare i documenti di chi passa e di smistare i migranti. Preoccupati i presidenti di Trentino, Alto Adige e Tirolo (Ugo Rossi, Arno Kompatscher e Guenther Platter), che lunedì si incontreranno a Bolzano per fare pressing sui governi italiano e austriaco: «La crisi collegata ai flussi dei migranti non può pregiudicare le conquiste europee raggiunte nell'area dell'Euroregione. Da anni siamo impegnati nel collegare più strettamente l'area del Tirolo storico e nel rendere invisibile la frontiera al Brennero». Per il deputato Lorenzo Dellai «la decisione austriaca di ripristinare il confine del Brennero per evitare eventuali ingressi di profughi è l'esatto contrario di ciò che ci si attenderebbe da un Paese che abbia a cuore i comuni interessi europei».

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