«Premieremo i locali senza slot»

L'assessore Olivi pronto a rivedere la legge per aiutare i sindaci a rischio ricorso. Superate le 1500 firme


Robert Tosin


TRENTO. La possibilità di frenare la degenerazione delle slot machine è arrivata grazie alla legge provinciale inserita in finanziaria in fretta e furia mentre montava la constatazione che il problema sociale era esploso definitivamente. Ma questo non basta. E l'assessore Alessandro Olivi ne è ben consapevole tanto che è pronto a rimettere mano a quella norma. Assessore, i sindaci temono ricorsi in caso di provvedimenti anti slot. I giudici hanno già dato torto al primo cittadino di Verbania che aveva provato a porre un limite alla proliferazione dei locali mangia soldi. "In effetti devo suggerire ai nostri sindaci di preparare bene eventuali ordinanze, perchè il rischio di ricorsi c'è".

Ma la legge trentina è solida?
Va detto che quello è un punto di partenza che abbiamo inserito in piena emergenza. Però non è mai stata impugnata quindi possiamo ritenerla un ancoraggio molto valido, al punto che è andata a coprire un vuoto normativo pericoloso. Se non ci fosse, oggi le amministrazioni comunali non avrebbero nessun appiglio per porre qualche freno. Ma dobbiamo specificarla meglio.

I sindaci infatti sono titubanti.
Bisogna stare attenti a non passare dal diritto alla discrezionalità. Siamo di fronte a una attività lecita, quindi i principi della libertà economica e di concorrenza vanno tutelati senz'altro. Ma c'è anche una tutela altrettanto legittima a beni superiori, quanto la salute pubblica e l'ambiente. Noi puntiamo su questi aspetti, quindi le ordinanze non devono ammettere discrezionalità.

E non è forse il caso di creare una norma unificante come ha fatto Bolzano?
E' auspicabile che su questo aspetto ci sia un coordinamento, magari attraverso il consiglio delle autonomie per dare uniformità e solidità alle eventuali ordinanze. La decisione però, a differenza di Bolzano, la vogliamo lasciare ai sindaci perchè il territorio è molto vario. Solo chi vi opera è in grado di trovare la soluzione migliore in questi casi.

L'ipotesi di mettere mano alla norma provinciale è dunque concreta?
La legge va perfezionata. Primo per dare strumenti più certi ai sindaci e poi per aggiungere, tra le motivazioni di un possibile intervento, anche l'aspetto urbanistico. Questo perchè alcuni luoghi della città, al di là della vicinanza di punti aggregativi, possano "rifiutare" le slot in quanto particolarmente significativi.

Contro l'alcol, la legge prevede una serie di aiuti ai "bar bianchi", quelli che rinunciano alla vendita di alcolici. E' pensabile una cosa simile?
Certo che sì. L'ente pubblico può pensare a iniziative di valorizzazione e di aiuto per quei locali "slot free" che scelgono di non avere le macchinette. Anche di questo si dovrà parlare in una sorta di "tavolo di lavoro" a cui far partecipare anche gli stessi esercenti, in modo da trovare la via trentina a una regolamentazione seria del settore.

Sarà possibile?
Il Trentino deve essere in grado di dare un esempio concreto su questo fronte. Qualcosa abbiamo già fatto e dobbiamo migliorare ancora. Certo, c'è un forte imbarazzo perchè dobbiamo combattere un'istituzione che ha fatto di slot e videolottery un vero e proprio business. Ma è una battaglia che va fatta e che faremo.













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