la crisi

«Premetal di Rovereto, difficile trovare posto per 50 operai»

Preoccupazione della Fiom-Cgil per l’annuncio della chiusura della Premetal che andrà in concordato liquidatorio


di Michele Stinghen


ROVERETO. Parlare di "fulmine a cielo sereno" è poco. Premetal chiude e 50 lavoratori resteranno disoccupati. L'annuncio è stato fatto ai dipendenti da Marco Pedri, proprietario della ditta di design e costruzione di edifici industriali di Rovereto. La Premetal andrà in concordato liquidatorio e chiude definitivamente, tutto perché, seppure per poco, non riuscirà a chiudere il bilancio in pareggio. Questo era uno dei requisiti dell'accordo fatto con le banche per il piano di rientro del debito, che però la Premetal non riuscirà a rispettare completamente. La proprietà ha detto ai sindacati ed ai lavoratori di non avere avuto scelta, di banche inflessibili e che "hanno ammazzato" l'azienda. E quindi si chiude: concordato liquidatorio, che nemmeno permette gli ammortizzatori sociali. Le squadre completeranno i lavori in atto (lavoro ce n'è fino a gennaio), e poi tutti a casa; al più tardi dell’ 1 febbraio i dipendenti, quasi tutti di Rovereto e dintorni, saranno tutti disoccupati. L'unica speranza è trovare ci sia un compratore, che però, come ha detto la proprietà ai sindacati, ancora non c'è.

«Spero invece che ce l'abbia in tasca e non ce lo dica - commenta Michele Guarda della Fiom Cgil - perché questa è stata una vera e propria pistolettata. Il morale dei lavoratori è sotto zero, è una situazione mai vista. A parte il debito consolidato, questa è un'azienda in equilibrio e con prospettive buone, che è scivolata su una buccia di banana e non è riuscita a togliere il segno "meno" dal bilancio. É come se chiudesse la Lamborghini». La Premetal era entrata in difficoltà e aveva contratto debiti con la crisi finanziaria e immobiliare, perché, nel costruire capannoni, faceva operazioni immobiliari. Aveva subito calo del fatturato, i lavoratori erano passati per cassa integrazione, riduzione degli stipendi, cassa, ma le commesse c'erano e anche interessanti, come per Expo 2015. La manodopera è altamente qualificata, specializzata in bioedilizia, design, progettazione; nemmeno un minuto di sciopero, gli stipendi regolari. Di punto in bianco però, è andato tutto a rotoli. Guarda è fortemente preoccupato: «Oggi terremo un'assemblea coi lavoratori. Sarebbe difficile anche ricollocarli, per la loro specializzazione. Se l'avessimo saputo prima... E chi lo trova in un mese un compratore? Speriamo che la proprietà stia bluffando e ce l'abbia già». Nel frattempo, nei giorni scorsi è stato risolto in contratto di leasing con la Provincia dello stabilimento, in questo modo Trentino Sviluppo potrà trattare direttamente con eventuali acquirenti dell'azienda. Sarà una corsa disperata contro il tempo, perché, «Se licenzi tutti, l'azienda non varrà più nulla», conclude Guarda.

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