Precipitano dalle Pale e muoiono 

Primiero. Michele Chinello, 51 anni, e Carlo Gomiero, 30, entrambi padovani, sono caduti per 300 metri mentre percorrevano la via Scalet-Biasin lungo la parete del Sass Maor. L’allarme è stato lanciato venerdì sera dal rifugio Velo della Madonna, dove Carlo lavorava come chef


Valentina Leone


Trento. Non c’è stato nulla da fare per Michele Chinello, 51 anni, di Monselice e Carlo Gomiero, 30, di Villafranca Padovana: i due alpinisti dei quali non si avevano notizie da venerdì sono precipitati per alcune centinaia di metri mentre percorrevano la via Scalet - Biasin, lungo la parete del Sass Maor. I corpi sono stati ritrovati ieri in un “camino” di roccia, verso le 8, ma l’incidente sarebbe avvenuto già nella mattinata di venerdì.

L’altroieri mattina, infatti, il Soccorso alpino era stato allertato da alcuni turisti, che avevano raccontato di aver notato una scarica di sassi importante e un caschetto tra le rocce. Così era stato chiesto anche l’intervento dell’elicottero, che aveva perlustrato la zona del Sass Maor, ma senza risultato. Lo stesso aveva fatto una squadra via terra, eppure nessuno aveva trovato nulla.

Le perlustrazioni erano state così interrotte, ma poi venerdì sera, intorno alle 20.30, i gestori del rifugio Velo della Madonna, Elisa Bettega e Piero Casagrande, avevano lanciato l’allarme: due alpinisti non avevano fatto rientro in rifugio, e non avevano più dato notizie. Una circostanza strana anche perchè, uno dei due, Carlo Gomiero, era anche il loro chef e aveva preso servizio da loro per la stagione estiva. I gestori, sapendo il percorso che i due volevano affrontare, hanno così fornito indicazioni circostanziate al Soccorso alpino, e ieri mattina all’alba sono poi riprese le ricerche: verso le 7.15, purtroppo, la tragica scoperta.

Le due salme sono state ricomposte e recuperate con l’ausilio di 4 Tecnici di Elisoccorso del Soccorso alpino e 2 operatori della Stazione Primiero dell’Area operativa Trentino orientale. Quello che si sa, al momento, è che i due sono precipitati per diverse centinaia di metri - almeno 300 - ma su cosa sia accaduto venerdì in parete è ancora buio pesto: i due procedevano in doppia, e può essere quindi che uno dei due abbia perso l’appiglio, trascinando giù anche l’altro. Lo stato delle salme non lascerebbe però dubbi sul fatto che siano precipitati da un’altezza considerevole.

La via Scalet - Biasin è comunque considerata di elevata difficoltà: ha uno sviluppo di 600 metri ed è cconsiderata di grado VII/A1. Il tempo medio di salita è superiore alle dieci ore.

Dopo il recupero, i corpi di Chinello e Gomiero sono stati poi elitrasportati alla camera mortuaria di Transacqua, a disposizione dei familiari.

Chinello, “Bicio” per gli amici, abitava con la moglie a Monselice e aveva una grande esperienza alpinistica: apparteneva al Soccorso alpino di Padova, era infermiere al Suem di Padova e fino allo scorso anno aveva turnato come tecnico di elisoccorso nella base di Verona emergenza. Chinello era in Trentino proprio perché nei prossimi giorni avrebbe dovuto partecipare a una formazione sanitaria.

Con Gomiero, 30 anni, in comune aveva la passione per l’arrampicata: quest’ultimo, laureato in ingegneria meccanica all’università di Padova, campione di canottaggio, era anche istruttore di arrampicata del Cai. A giugno aveva lasciato il suo impiego da software designer alla Campagnolo di Vicenza per portare avanti l’altra sua grande passione: la cucina. Così era andato a lavorare come cuoco proprio al Rifugio Velo della Madonna, dove a breve ci sarebbe stata la chiusura della stagione.













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