Precipita e muore con il parapendio

La vittima è Alessandro Avancini, 55 anni, di Trento. Esperto e appassionato è finito in un campo a Barco di Levico: fatali i numerosi traumi riportati



LEVICO. È caduto rovinosamente con il suo parapendio a motore, in un campo adiacente alla pista ciclabile, a Barco di Levico. Una caduta, forse causata da un malore, che è costata la vita ad Alessandro Avancini, 55 anni, operaio edile di Canova, una grande passione per il volo che praticava da decenni. Fatali i numerosi traumi riportati nell’impatto con il suolo.

L’incidente ieri pomeriggio, poco prima delle 16: ad assistere, da terra, due amici della vittima, che avevano appena volato. Hanno visto il parapendio di Avancini precipitare all’improvviso: erano a poche centinaia di metri e lo hanno raggiunto. Il motore girava ancora a pieno regime, il che ha fatto pensare che l’uomo fosse caduto a causa di un mancamento.

Non è stato facile avvicinarsi: per fermare la grande elica, hanno dovuto strappare il cavo della candela. Avancini però non dava segni di vita. L'elisoccorso, allertato in precedenza, è atterrato pochi minuti dopo ma il medico rianimatore non ha potuto far altro che constatare la morte del 55enne, il cui corpo non è stato caricato sul velivolo ma lasciato sul posto, in attesa dell’intervento dei carabinieri, coadiuvati dai vigili del fuoco.

Il pm di turno Marco Gallina ha sequestrato il mezzo e disposto l'autopsia.

Divorziato da molti anni e poi rimasto vedovo, Avancini lascia la compagna e una figlia di 20 anni. Viene descritto come un grande appassionato di parapendio: aveva conseguito il brevetto per volare a motore quest'anno, ma aveva alle spalle una lunga “carriera” di volo libero.

Era uno dei soci “storici” del club “Volo Libero Trentino”, che conta quasi 110 tesserati, molti dei quali si lanciano dalla Panarotta. Capelli ricci e bianchi, il suo volto era molto noto nell’ambiente del volo: lo chiamavano “Migola” e tutti lo conoscevano per quel nomignolo, tanto che molti neppure sapevano il suo cognome. Sul sito internet del club ieri sera è stata pubblicata una sua bella immagine con in braccio il suo amato barboncino.

Spesso volava con lui l’amico Manuel Carli, che ieri ha assistito da terra alla tragedia ed è stato il primo a cercare di soccorrerlo.

Avancini frequentava assiduamente i campi di volo della Panarotta e del Bondone: era un veterano e un pilota di grande esperienza.

Dopo tanti anni di volo libero, si era appassionato a quello a motore, una disciplina che si può praticare anche in assenza di vento grazie all’elica - pesante una trentina di chili - che il pilota porta sulla schiena. Il “paramotore” è in grado di raggiungere velocità di 50-60 all’ora e di percorrere molti chilometri: il decollo avviene da terra e non da postazioni in quota.

La notizia del tragico incidente ieri si è rapidamente diffusa tra gli appassionati, causando grande costernazione. Sentiranno tutti la mancanza di “Migola”.

(l.m.)













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