i dati

Povertà, in regione c'è meno sofferenza

L'Istat ha reso noti i valori relativi al 2014: la linea di povertà relativa fissata a poco più di mille euro



TRENTO. Il Trentino Alto Adige ha la percentuale inferiore, a livello nazionale, si persone che vivono sotto la soglie di povertà. Che rappresentanto comunque il 3.8 per cento della popolazione. A dirlo sono i dati relativi al 2014 pubblicati dall'Istat che indica la linea di povertà relativa  a 1.041,91 euro ed è di circa 10 euro superiore a quella del 2013. La linea di povertà del 2013 rivalutata, in base all’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (+0,2%), risulta pari a 1.033,92 euro; l’incidenza di povertà, rispetto ad essa, è del 10,1% (2 milioni 604 mila famiglie povere) e non è significativamente diversa rispetto a quella ottenuta con la linea di povertà standard del 2014.

Nel dettaglio territoriale, il Trentino Alto Adige (3,8%), la Lombardia (4%) e l’Emilia-Romagna (4,2%) presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà. Ad eccezione dell’Abruzzo (12,7%), dove il valore dell’incidenza non è statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (26,9%), Basilicata (25,5%) e Sicilia (25,2%), dove oltre un quarto delle famiglie è relativamente povero.

Il disagio economico si fa più diffuso se all’interno della famiglia sono presenti figli minori: l’incidenza di povertà, pari al 14,0% tra le coppie con due figli e al 27,7% tra quelle che ne hanno almeno tre, sale, rispettivamente, al 18,5% e al 31,2% se i figli hanno meno di 18 anni. Il fenomeno, ancora una volta, è particolarmente evidente nel Mezzogiorno, dove è povero oltre il 40% delle famiglie con tre o più figli minori. 













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