Poste, si apre un autunno di passione

La Uil denuncia: ancora troppe carenze nel personale. Ritardi inevitabili


Jacopo Tomasi


TRENTO. Postini costretti al superlavoro in città. Oltre alla propria zona di competenza, molti portalettere sono costretti a coprire anche altre due-tre zone al giorno per far fronte alla carenza di personale. Conseguenza inevitabile sono i ritardi nella consegna della posta, con disagi evidenti per i cittadini. Lorenzo Decarli (Uil Poste) critica l'azienda: «Non rispetta gli accordi». Un anno fa nella notte tra il 5 ed il 6 ottobre venne firmato un accordo tra sindacati e Poste che prevedeva la presenza di un postino per ogni zona della città.

A Trento le zone sono 98, i postini certamente meno. «Ogni mattina - denuncia Decarli - ci contiamo. La carenza di personale è aggravata dalla mancanza di sostituzioni per chi è in malattia. Questione da non sottovalutare alla luce dell'età media elevata dei portalettere (quasi 50 anni, ndr) e per i frequenti infortuni che si verificano per coloro che portano la posta in scooter».

Insomma, una situazione d'emergenza che costringe i postini abili ed arruolati a fare gli straordinari e coprire zone che non sarebbero di loro competenza. C'è chi, dopo aver consegnato lettere in centro storico, magari deve spostarsi a Ravina o a Martignano per proseguire il recapito. «Le mani però restano due - fa notare Decarli - e quindi qualche ritardo è inevitabile, con conseguenti disservizi per i cittadini». Per questo il sindacato chiama in causa l'azienda. «Di fatto l'accordo siglato un anno fa viene disatteso. Gli attori aziendali che l'hanno firmato sono stati trasferiti e, per chi è arrivato al loro posto, è come se non esistesse. La gente se la prende con i postini, ma la colpa non è certo loro».

La Uil Poste, oltre all'immobilismo dell'azienda, critica anche il silenzio della politica trentina. «A Bolzano il presidente Durnwalder ha preso di petto la questione e si è arrivati a 40 assunzioni. In Trentino, invece, c'è un silenzio preoccupante. Il fatto non è quante assunzioni si dovrebbero fare per migliorare il servizio, ma se si crede ancora in un servizio universale come quello della consegna della posta. Se la risposta è affermativa, bisogna intervenire». Nelle valli, in questo periodo, il problema è un altro. Il sabato il recapito non è previsto, ma la consegna dei giornali agli abbonati è necessaria. A Trento e Rovereto Poste Italiane ha appaltato il servizio ad altre ditte, in periferia no. Di conseguenza i postini sono costretti a fare li straordinari.













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