Poste di Marco, la chiusura è legittima

Il Tar respinge il ricorso del Comune: nessuna particolare tutela, il paese è vicino a Rovereto e ad altri sportelli


di Michele Stinghen


ROVERETO. Poste di Marco, la chiusura è stata legittima. Il Tar ha rigettato il ricorso presentato dal sindaco contro la chiusura dello sportello; il Comune dovrà pure risarcire alle Poste 500 euro e altre spese accessorie. Per il tribunale regionale la decisione di Poste Italiane di chiudere i battenti dello sportello a Marco non va contro alcuna legge; i marcolini hanno a pochi chilometri gli sportelli di Lizzana, Mori e Serravalle. Il Comune di Rovereto si opponeva alla chiusura delle poste appellandosi alla Convenzione delle Alpi, secondo la quale nel territorio alpino vanno preservati i servizi essenziali, poste comprese. Nella Convenzione e nei successivi accordi tra ministri, più volte si sottolinea l'importanza del mantenimento dei servizi essenziali nei paesi. Il Comune lamentava anche difetti nell'istruttoria seguita da Poste Italiane per comunicare a Rovereto la chiusura. Secondo il Tar, nessuna di queste motivazioni è fondata. Innanzitutto i giudici smontano la tesi secondo cui Rovereto, essendo dentro le Alpi, ha diritto ad una particolare tutela. Il Tar ricorda che Rovereto, citando Wikipedia, è "importante centro industriale, turistico e culturale di 39.151 abitanti con densità pari a 767,82 ab/km2", e Marco dista dal centro 6 chilometri, che vengono coperti di solito in tempi di "10 o 11 minuti". Rovereto è classificato sì come Comune montano, ma non rurale: "supera abbondatemente la soglia di densità abitativa di 150 abitanti/km2. Il Tar ricorda che a Marco sono distaccati due postini, e la distanza con gli sportelli vicini sono di 3,8 km (Lizzana) 4,1 per quello di Mori e di 4 per quello di Serravalle. Con la chiusura le Poste italiane rispettano comunque le distanze minime per la popolazione previste dalla legge.

L'argomentazione secondo la quale Rovereto sarebbe zona rurale per il Tar "non è persuasiva", e non basta rientrare nell'ambito della Convenzione delle Alpi. Anzi, se così fosse, si tratterebbe di una ingiustizia verso gli altri comuni montani che non sono sulle Alpi. I giudici osservano inoltre che, tra gli ambiti di intervento della Convenzione, i riferimenti ai servizi postali sono "del tutto marginali". Ed inoltre si tratta di una dichiarazione di intenti e di obiettivi generali. Infine "non possono essere trascurate le esigenze di razionalizzazione e modernizzazione del servizio postale". E le Poste italiane hanno comunicato la chiusura in maniera corretta: la decisione, ricordano i giudici, "è stata preceduta dalla necessaria informativa resa agli organi istituzionali, con cui è intervenuto un opportuno confronto preliminar, all’esito del quale è stato implementato il progetto “postino telematico”, che consente ai portalettere di fornire servizi a domicilio".

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