Poste a singhiozzo, «no» della Provincia 

Da lunedì recapito a giorni alterni in 31 Comuni. Rossi chiede garanzie sul “presidio territoriale”. Oggi postini in piazza



TRENTO. A pochi giorni dalla partenza del recapito postale a giorni alterni (annunciato più volte dalla stampa nei mesi scorsi) ora si preoccupa pure la Provincia che pure aveva minimizzato, anche in tempi recenti, le notizie giornalistiche: «A fronte delle forti e condivise preoccupazioni dei sindacati la Provincia ha chiarito che la garanzia di un presidio di servizi su tutto il territorio provinciale è uno dei pilastri fondamentali delle politiche territoriali» si legge in un comunicato diffuso ieri, dopo un incontro tra i vertici provinciali e i sindacati confederali. Nello stesso comunicato si legge che “la Provincia è decisamente orientata a contrastare forme di razionalizzazione o di riduzione dei servizi, in particolare quelli riferibili alla consegna dei quotidiani, anche considerando l’elevato numero di abbonamenti che tradizionalmente interessa il nostro territorio rispetto al resto del paese». Infine il governatore Ugo Rossi ha “già manifestato una decisa contrarietà a tali riduzioni e richiederà a Poste Italiane il piano ufficiale, per valutare nuove possibili azioni».

La situazione è questa: da lunedì prossimo (4 dicembre) partirà il regime di recapito a giorni alterni in 31 Comuni del Trentino nelle macroaree di Borgo Valsugana, Primiero e Vezzano. A questi comuni se ne aggiungeranno altri quattro a partire dal 2018 mentre saranno 122, complessivamente, i Comuni trentini interessati dal nuovo modello di recapito a giorni alterni organizzato secondo questa sequenza bi-settimanale: lunedì, mercoledì, venerdì, martedì e giovedì.

Al termine dell’incontro di ieri con i dirigenti provinciali Paolo Nicoletti e Fabio Scalet, i segretari provinciali postali di Cgil, Cisl e Uil (Daniela Tessari, Catia Pancin e Lorenzo Purin) hanno diffuso una nota per ribadire le garanzie ricevute dalla Provincia sull’attività di monitoraggio dei servizi offerti dalle Poste in merito al presidio del territorio trentino. Non solo: «La Provincia ha prospettato l’ipotesi di futuri interventi integrativi da presentare a Poste Italiane, attraverso gruppi di lavoro, per affiancare la riorganizzazione stessa». C’è preoccupazione, comunque per il piano dell’azienda che prevede la sostituzione solo del 40% del personale con maggiore anzianità che dovrebbe essere incentivato all’uscita volontaria.

Intanto contro la riorganizzazione delle Poste e per bloccare il recapito alternato che partirà lunedì, oggi saranno in piazza i portalettere trentini che fanno riferimento al sindacato autonomo. Lo sciopero, annunciato la settimana scorsa dal Failp Cisal, vedrà la presenza dei postini davanti al palazzo della Regione, alle ore 16, approfittando dei lavori del consiglio provinciale. Come ha chiarito il segretario del sindacato autonomo, Marcello Caravello, l’obiettivo dello sciopero è arrivare ad un tavolo di concertazione con Poste Italiane, per garantire un servizio efficiente agli utenti, senza discriminarli. «Il fatto che l’azienda abbia deciso - afferma Caravello - di recapitare a giorni alterni la posta nei comuni al di sotto dei 200 abitanti per chilometro quadrato, vuol dire discriminare i cittadini. In più, il servizio postale in questi ultimi anni ha permesso il mantenimento di un servizio fondamentale per la coesione sociale, che va mantenuto». I rappresentanti di Failp Cisal sperano di riuscire ad incontrare il governatore Rossi, per presentare le loro richieste. «Vogliamo - aggiunge Caravello - che sia istituito anche in Trentino il polo logistico che lavori la posta in provincia, in sinergia con la provincia di Bolzano, invece di inviare la posta a Padova per poi essere rispedita, lavorata, qui».













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