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Ponale, strada dissestata: «Così i ciclisti rallentano»

Riva del Garda, la «Cis» ha deciso di non fare la manutenzione del fondo per ragioni di sicurezza. Sostituito quasi un chilometro di protezioni: sono le stesse palizzate dell’Expo


di Gianfranco Piccoli


RIVA. Lungo il sentiero della Ponale sono arrivate le palizzate dell’Expo di Milano. Negli ultimi mesi, infatti, sono state sostituite le vecchie protezioni in abete realizzate dalla Provincia una decina di anni fa. Al loro posto - a cura dell’associazione «Giacomo Cis», che ha in gestione il sentiero - sono state posizionate per uno sviluppo di quasi un chilometro nuove palizzate, questa volta di larice, identiche a quelle che l’azienda della val di Ledro incaricata dei lavori ha fornito in grande quantità per l’esposizione mondiale di Milano.

Una curiosità, senz’altro, nei lavori di messa in sicurezza che dall’inizio di giugno sono in corso lungo la più importante e spettacolare passeggiata turistica del Garda Trentino.

La sostituzione delle palizzate - spiega Bicio Di Stasio, cassiere della Giacomo Cis ed ex presidente - è il lavoro più importante realizzato lungo la Ponale (tra l’altro l’assessore Michele Dallapiccola ha promesso finanziamenti per realizzare altri cento metri di palizzata: per ora, però, i soldi non si sono visti), ma non certo l’unico.

«Abbiamo ricostruito anche alcuni muretti, gli stessi che un tempo proteggevano la strada, perché rovinati dai vandali. Abbiamo recuperato nel bosco, e poi riciclato, anche sette-otto coperture realizzate con pietra del Corno di Bo». Le novità non si fermano qui. In questi giorni, infatti, sono in fase di realizzazione alcune griglie posizionate nei pressi delle gallerie: «Quando piove copiosamente, le gallerie si allagano. Per questo si è deciso di realizzare alcuni canali di scolo che copriremo con le griglie, così da prevenire l’accumulo di acqua nelle gallerie».

La novità più importante, e per certi versi particolare, riguarda però la decisione della Giacomo Cis di non provvedere più alla manutenzione del fondo del sentiero. La cosa può sembrare strana, ma è stata decisa per ragioni di sicurezza: «Due anni fa, anche a causa del taglio dei fondi destinati alla manutenzione, abbiamo fortemente diminuito i lavori per sistemare il fondo del sentiero. Ma quest’anno la decisione di non intervenire più è stata dettata non da motivi economici, ma da ragioni di sicurezza: abbiamo notato, infatti, che con il fondo dissestato, le biciclette tendono a diminuire la velocità in discesa».

Chiaro il riferimento agli ultimi incidenti, che solo per puro caso si sono risolti in modo tragico.

Complessivamente per i lavori sono stati spesi 49mila euro: 30 mila dalla Comunità di valle, 13 dal Comune di Riva e 6 dalla Rete delle Riserve: «Il nostro sogno, adesso - spiega Di Stasio - è di portare la corrente elettrica alla Tagliata, che ora illuminiamo con il generatore. Avere la luce consentirebbe anche un utilizzo in chiave culturale. Servono 12mila euro: speriamo nella Provincia».













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