Pioggia di colori Così il mutuo aiuto si trasforma in arte

Alla sede Ama le opere di Gabriele Stelzer ispirate ad Haring La mostra in linea con la filosofia dei volontari apre domani


di Carmine Ragozzino


TRENTO. Un tale, apparentemente sobrio, s’è perso nelle tinte forti fino a spingersi ad un sms imbarazzante. Un messaggio complimentoso: al quadrato. Con paragoni eccellenti: Depero oppure Haring, quello degli omini, eroe Usa del graffitismo di frontiera. Lui, l’inconsapevole, l’ha ovviamente presa in chiave comica. Senza tuttavia archiviare un pizzico di legittimo orgoglio nell’ironia che è il suo gerovital. Va così con Gabriele Stelzer, il “non artista” che in questi giorni veste di un’arte leggera ma di sentimento i muri dell’Ama di via Taramelli. Un luogo, l’Ama, inconsueto alle mostre ma consueto ai mostri di tante e diverse sofferenze. Guai in cerca di ascolto, sostegno, condivisione. E, a volte, guarigione.

All’Ama – onlus del mutuo aiuto – non è nebbia eterna il grigio di chi vive separazioni, lutti, depressioni, prigionie che si fumano la salute o che svuotano il portafogli e affetti per ingrassare l’azzardo. All’Ama - col mutuo aiuto garantito da specialisti e volontari che confondono ogni gerarchia in una comune missione - la “sfiga inter – pares” mette all’angolo la devastazione della solitudine. E’ così che si riaccende il navigatore delle ritrovate consapevolezze. E’ così che si indirizza chi ne ha voglia verso un possibile recupero personale e collettivo.

Ma proprio perché il grigio all’Ama è colore da abolire, ecco che anche la non - mostra di un non - artista colore-dipendente rischia di diventare a sua volta una terapia. «Una pioggia di colori, elementi astratti e concreti che si accavallano e si compenetrano. Si contaminano. Come le persone che entrano dalla nostra porta, mescolano un po’ di sé alle sfumature altrui». All’Ama la mostra di Gabriele Stelzer – (vernice domenica mattina alle 11 ma opere già appese ai muri) – la presentano così. E probabilmente non vanno cercate altre parole: queste bastano a spiegare come qui il tema proposto e imposto da Stelzer – (che all’Ama vive anni di Grazia, la moglie musa, a sua volta volontaria, curando i gruppi anti fumo) - non sia l’arte. È semmai l’umanità, la solidarietà, l’empatia.

Eppure accennato al contesto inusuale e sottolineato, lo spirito alieno all’ego con cui Stelzer ha raccattato i disegni regalati ad amici e parenti dal 2012 per allestire la sua prima esposizione, almeno un poco d’arte è d’obbligo parlare. Sì, perché i quadretti di Stelzer - tempere acriliche su legno e tela - sono insieme il trionfo dei pennarelli ed una personalissima evoluzione dei puntini che si univano in disegni sulle mitiche pagine non enigmistiche della Settimana più famosa e longeva. È creatività tutta d’un tratto quelli di Stelzer. Ogni quadro è una storia, o più storie, un richiamo o più richiami, un itinerario privato o pubblico. Insomma vita – semplice vita – che va scoperta quasi in un gioco: osservando più da vicino, accettando di farsi parte di un puzzle. Come “Diversama”, che simboleggia quel che il mutuo-aiuto può contro le violenze, o l’anoressia, o la bulimia o altre desolazioni. O come “Mini”, la ministoria dei Minipolifonici – la passione canterina del non artista. O come la serie dello Zodiaco che scherza con pregi e difetti di chi Stelzer “bazzica”, mitragliandolo di barzellette, simpatia, salvifica autoironia e serietà professionale quando torna per mestiere a fare l’ addetto alle faccende notarili. Eccola l’arte del mutuo aiuto. Aiuta se stessi nel disegnare e nel disegnarsi.

Aiuta gli altri – come l’Ama – nell’ accettare il rischio dei commenti e dei giudizi.













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