Piazza Venezia, bufera sui lavori

Molte critiche al trasloco dell'edicola nell'angolo storico della antica roggia


Sandra Mattei


TRENTO. Manca una settimana all'inizio delle scuole e si spera che la prima parte dei lavori di piazza Venezia per quella data siano conclusi. Nei giorni scorsi, con il rientro della maggior parte dei vacanzieri, il traffico in via Grazioli era congestionato per la riduzione delle corsie. E la polemica monta tra i cittadini per lo scheletro della nuova edicola, collocata in quell'angolo ameno che è l'antica roggia.

Il fine settimana il traffico era più scorrevole, ma con l'inizio delle scuole il 12 settembre, la situazione non può che peggiorare. L'assessore ai lavori pubblici del Comune, Italo Gilmozzi, è fiducioso: «Contiamo di finire la parte dei lavori sul lato est della piazza per l'inizio della scuola o poco dopo. Qualche disagio ci potrà essere, ma siamo nei tempi prestabiliti. Poi partiremo con la terza fase, quella su via Grazioli».

Ecco, a proposito di via Grazioli, sono in molti residenti a passare sconcertati davanti al cantiere lungo il lato ovest, dove passerà la pista ciclabile che arriverà fino a via Brigata Acqui. L'oggetto del contendere è la collocazione dell'edicola, spostata sul lato opposto all'attuale. Le strisce pedonali infatti sono già state trasferite in via San Francesco d'Assisi, così come la fermata dell'autobus: il trasloco dell'edicola si è reso necessario, pena la chiusura per mancanza di clienti, che non passeranno più davanti all'esercizio commerciale. L'attraversamento in fondo a via Grazioli sarà arretrato, per permettere la svolta continua delle auto sulla destra, in via Venezia, mentre chi va in centro storico affronterà la rotatoria attorno alla fontana, con la possibilità di svoltare a sinistra.

Ma tornando allo scheletro dell'edicola collocato lungo l'antica roggia, i passanti ieri esprimevano più di una perplessità. Alberto Franceschini non ha mezzi termini: «E' uno schifo - sentenzia - hanno deturpato questo angolo storico per far posto all'edicola, che è più alta di quella vecchia. E poi, perché non c'è un cartello che spiega cosa stanno facendo? E da quando in qua si restringe la strada per migliorare il traffico?». Anche Terzo Molari si ferma perplesso ad osservare i lavori. Commenta: «Sì, in effetti l'edicola come si presenta al momento ha un impatto impressionante. Vedremo quando saranno finiti i lavori». Lo scorcio su cui si affaccia l'antico convento delle Canossiane è effettivamente sottosopra: scavi nell'aiuola, materiale da costruzione sparso e la struttura che dovrà ospitare l'edicola, al momento un cubo in acciaio, che inserita in quel contesto è un pugno in un occhio.

Chiediamo a questo punto all'edicolante se il progetto è di sua iniziativa. «Proprio così, - risponde Igor Faiferri - lo voglio far presente a chi pensa che ne approfitto per rifarmi l'edicola nuova. Magari. Il trasferimento è tutto a mio carico: d'altronde, cosa dovevo fare? Hanno spostato la fermata dell'autobus, il passaggio pedonale e in questi tre mesi il giro d'affari è calato di più della metà. Se prima vendevo sui mille biglietti alla settimana, adesso ne vendo circa 400». La parola a questo punto passa all'assessore allo sviluppo economico Fabiano Condini. Chiediamo se non era il caso di prevedere un'edicola più adatta al contesto. «Non mi soffermerei sulle valutazioni estetiche, - afferma - piuttosto mi sembra giusto aver tutelato un servizio per i cittadini».













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