Piazza Dante, le parole di chi non ha voce

Ecco le idee raccolte dai Volontarinstrada: «Non lasciateci ai margini. Meglio un luogo di accoglienza di una gelateria»


di Luca Marognoli


TRENTO. C’è chi immagina piazza Dante come un posto dove non sentirsi “ai margini”, ma essere accolti. Chi disegna una mappa e accanto al laghetto dei cigni colloca un centro “C’inventiamo”, dedicato a “chi non sa cosa fare tutto il giorno!”. Chi nella palazzina Liberty al posto di una gelateria aprirebbe una “casa di accoglienza aperta a tutti!”. Chi nella “piazza che vorrebbe” preferisce entrare con l’ironia: niente spaccio, “al massimo un baracchino dove tunisini integrati vendono sostanze stupefacenti, legalmente e pagando le tasse”; poliziotti sì ma “educati”, che non arrestano ma “danno consigli su dove trovare supporto e assistenza”; facce “di tutti i colori”, lingue di tutto il mondo e gente che “si dà in continuazione del negro, del tossico, del frocio”, ma “nessuno si offende e tutti rispondono con una sonora risata”.

C’è anche chi non chiede ma semplicemente ringrazia: considera quella dove vive “una piazza speciale”, resa tale da “tutte le persone speciali” che la animano, “perché è la diversità che rende le nostre giornate a colori”, mentre “un mondo in bianco e nero non piace neanche a un indeciso”.

Sono piene di umanità, in bilico tra una realtà che non esiste e quella cruda del quotidiano, le voci delle persone che hanno affidato i loro pensieri ai messaggi raccolti dall’associazione Volontarinstrada nella “Notte dei senza dimora” dell’ottobre scorso. C’è speranza, ma anche voglia di uscire dall’ombra seppure in maniera anonima, di liberarsi dal giogo della sofferenza con la sola forza delle idee.

“Nella piazza che vorrei - si legge così come è scritto in uno di questi biglietti - c’è integrazione, c’è convivenza positiva di tante belle culture diverse. Nella piazza che vorrei non ci sarebbe la repressione violenta di episodi negativi, ma le persone sarebbero aiutate a riscuotersi, ad avere una seconda possibilità, nella società e non ai margini di essa. Nella piazza che vorrei le persone che x le cause + disparate dormono fuori non vengono denunciate, ma aiutate ed accolte”.

Sabato scorso i Volontarinstrada, gruppo composto da persone (tanti gli studenti universitari) che due volte in settimana incontrano i senza dimora nei loro “rifugi” ricavati nella giungla urbana, hanno deciso di fare uscire queste voci allo scoperto, distribuendo al pubblico (assieme a tè e panettone) delle cartoline sulle quali erano state riprodotte le idee, una quindicina, raccolte tra chi vive in piazza Dante per farne un luogo più accogliente e dignitoso. Hanno scelto la stazione ferroviaria dove nei giorni precedenti erano stati denunciati episodi di intolleranza ai danni dei “barboni”, diventati un ostacolo visibile (e sgradevole) per alcuni dei molti viaggiatori che circolano in questo periodo di feste e mercatini.

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