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Petizione contro l'inceneritore: "Moratoria di 5 anni"

In campo 17 associazioni ambientaliste: «Sulla gestione dei rifiuti in Trentino si è voluta creare un'emergenza. Scelta del termovalorizzatore in contrasto sia con i progressi compiuti e le linee guida europee»


Ilaria Puccini


TRENTO. «Sulla gestione dei rifiuti in Trentino si è voluta creare un'emergenza, così da poter tornare a promuovere una soluzione come l'inceneritore, in totale contrasto sia con i progressi compiuti nella gestione dei rifiuti che con le linee guida europee». È quanto affermano gli esponenti di 17 associazioni ambientaliste che, presentando la petizione online #Moratoria2027,  nei giorni scorsi sono tornati a insistere su una richiesta di sospensione di 5 anni da qualsiasi scelta di introduzione di termovalorizzatore nel piano di gestione dei rifiuti urbani della Provincia. Chiedono che questo periodo serva ad approfondire altre soluzioni come il sistema Material Recovery Facility, impianti di recupero materiali, per minimizzare il conferimento nelle discariche trentine e allungarne la vita.

Nel mirino delle associazioni c’è il quinto aggiornamento al piano, risalente a dicembre 2021, e il successivo addendum, approvato in via preliminare lo scorso marzo, con le analisi, curate da Appa, di diversi scenari futuri con o senza impianto termico locale.

Impianto e linee guida europee

Il documento ritiene «una scelta necessaria» la costruzione di un termovalorizzatore da circa 80.000 tonnellate annue di capacità sia per assicurare l'autonomia provinciale nel ciclo di rifiuti sia perché la legislazione europea tende alla minimizzazione dell’uso delle discariche, considerate più impattanti degli impianti di ultima generazione. Anche le motivazioni addotte per l’impianto, secondo le associazioni. sono carenti se non contraddittorie: «la Commissione Europea nella comunicazione 34/2017 esprime chiaramente che va ridefinito il ruolo dell'incenerimento dei rifiuti - si legge nel loro dossier - per evitare che si creino sia ostacoli alla crescita del riciclaggio e del riutilizzo sia sovraccapacità per il trattamento dei rifiuti residui».

Gestione dei rifiuti in Trentino

Il termovalorizzatore, temono le associazioni, rischierebbe inoltre di disincentivare le pratiche di raccolta e riciclaggio promosse negli ultimi 20 anni. Il Trentino fino al 2016 stava registrando dati positivi sia nella produzione di rifiuti urbani, in diminuzione, sia nella quota di raccolta differenziata, che da appena il 20,3% del 2002 aveva raggiunto il 74,5% del 2016, pur con vaste differenze territoriali (dal 61% in Val di Sole e Alto Garda all’86% della Val di Fiemme). Il dossier denuncia una mala gestione delle discariche degli ultimi anni, che ne ha ridotto il ciclo di vita. «A Ischia Podetti nel solo 2018 si sono conferite 271.894 tonnellate di rifiuti, in gran parte speciali. In un solo anno si è ridotta la vita della discarica di 9 anni» attaccano gli ambientalisti.

Mancati anche gli obbiettivi di riduzione dei rifiuti urbani: se ne doveva produrre il 5% in meno al 2020, ma dal 2017 al 2021 c’è stato un aumento medio dell’8%.

Promuovere pratiche virtuose

«Ecco come si crea un’emergenza - affermano le associazioni - e ora si insiste su un impianto di termovalorizzazione, che renderebbe il Trentino-Alto Adige il territorio con la maggior concentrazione di inceneritori con 1 impianto ogni 540mila abitanti a fronte di una media italiana di 1 impianto per 1,4 milioni di abitanti».

Gli obbiettivi che propongono le associazioni vanno dalla prevenzione (ad esempio stipulando accordi con le imprese per ridurre la produzione di imballaggi e multimateriali difficili da separare) alla riduzione della produzione, dal porta a porta diffuso a rilanciare la raccolta differenziata e portarla fino all’85%, da investimenti nei Crm a una governance che premi comportamenti virtuosi.

«Rischiamo di spendere 154 milioni di euro per non vedere comunque l’impianto realizzato prima di 7-8 anni, quindi non sarà comunque una soluzione all’emergenza - concludono le associazioni - noi invece chiadiamo che si attivino sin da subito le politiche e le iniziative per una nuova fase di gestione in linea con la gerarchia dell’economia circolare: riportiamo il Trentino ai vertici delle migliori pratiche volte a prevenire, ridurre, riutilizzare e riciclare».

 













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