sul lago

Pestato a sangue, gravissimo finanziere

La brutale aggressione l’altra notte nel parcheggio del locale Da Ciolda, sul lago di Caldonazzo. Ricercati due stranieri


di Paolo Tagliente


TRENTO. Un apprezzamento pesante ad una donna. Questa la scintilla che ha concluso in dramma quella che avrebbe dovuto essere una serata all’insegna del divertimento. L’episodio è accaduto nella notte tra venerdì e sabato, all’esterno del “Da Ciolda”, notissimo locale sulla riva occidentale del lago di Caldonazzo, in località Valcanover, le cui serate in musica sono sempre frequentatissime. A finire in ospedale, in condizioni gravissime, un trentaciquenne finanziere, picchiato selvaggiamente da due giovani stranieri nel parcheggio esterno del locale.

Secondo una prima ricostruzione, su cui stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Borgo, il pestaggio sarebbe solo l’ultimo atto di una lite iniziata poco prima all’interno del “Da Ciolda”, dove i tre protagonisti dell’episodio si trovavano per trascorrere la serata. Il trentacinquenne era in compagnia di un’amica e pare che gli animi si siano scaldati a seguito di un complimento che uno dei due stranieri le avrebbe rivolto. Un complimento che il militare avrebbe sentito e non gradito affatto.

Ne è nata subito una discussione con un confronto a muso duro tra i tre uomini. Una discussione che, però, è stata ben presto interrotta dal persona della sicurezza in servizio all’interno del locale che, in maniera educata ma ferma, ha chiesto ai due maleducati, che forse avevano esagerato con le libagioni, di lasciare subito il locale e li ha accompagnati alla porta. La miccia, insomma, era stata spenta prima che la bomba potesse esplodere. O così almeno era sembrato.

Purtroppo, però, l’esplosione era stata solo rinviata. Poco dopo, infatti, il trentacinquenne e la sua amica sono usciti dalla struttura per recarsi alla macchina e tornare a casa. Ma i due stranieri, che erano rimasti in zona, li hanno immediatamente avvicinati. E il confronto, che poco prima era stato tempestivamente interrotto, è ripreso, questa volta senza che nessuno intervenisse per evitare l’irreparabile. Prima sono volati gli insulti, poi i primi spintoni e, alla fine, la lite s’è trasformata in una violenta aggressione.

Due contro uno: il trentacinquenne è stato assalito, colpito al volto, ed è poi finito a terra, dove è stato facile bersaglio di una serie infinita di calci, che non hanno risparmiato nessuna parte del suo corpo. Un pestaggio feroce cui s’è sottratta la trentanovenne amica della vittima, che pur è intervenuta per cercare di porre fine a quella tempesta, rimediando anche lei qualche colpo, per fortuna senza gravi conseguenze. Alla fine, dopo aver sfogato tutta la loro rabbia, i due si sono allontanati in fretta, inghiottiti dalla notte.

Dal parcheggio, intanto, partiva la richiesta d’aiuto al 118 e ai carabinieri. Erano da poco passate le due del mattino: ambulanza di Trentino Emergenza e gazzella del Radiomobile sono arrivate sul posto nel giro di pochi minuti. I sanitari si sono presi cura del ragazzo ferito che era cosciente, ma appariva molto molto agitato.

Terminate le medicazioni, il militare delle Fiamme Gialle è stato trasportato al Santa Chiara. E con un’altra ambulanza, all’ospedale del capoluogo, è stata trasferita anche l’amica, che per fortuna è stata subito dimessa: per lei qualche abrasione e negli occhi un terrore che difficilmente potrà dimenticare.

Molto peggiore, invece, s’è rivelata la situazione dell’uomo, le cui condizioni sono rapidamente peggiorate, tanto che un paio d’ore dopo il ricovero il militare è stato trasferito nel reparto di rianimazione: i colpi che gli sono stati inferti al capo hanno causato lesioni tali e un’emorragia che ha costretto i medici trentini a sottoporlo ad un delicato intervento chirurgico che, dopo oltre cinque ore, si è concluso nel tardo pomeriggio di ieri. Le sue condizioni sono gravissime. I carabinieri di Borgo, intanto, stanno visionando le immagini raccolte dalle telecamere della zona e ascoltando le testimonianze di alcuni presenti per dare un nome e un cognome ai due aggressori.

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