Per il sollievo dei familiari centro diurno «a gettone»

L’Azienda Vannetti apre ai servizi fuori convenzione: pagando per intero le rette si superano le liste di attesa con la garanzia di qualità della struttura pubblica



ROVERETO. Una comunità che invecchia. Molto e purtroppo non sempre bene. Famiglie sempre più parcellizzate e in cui entrambi i coniugi lavorano. E risorse in calo anche per l’ente pubblico. Sono gli ingredienti che mescolati tra loro rendono complicata la situazione attuale ed esplosiva quella dei prossimi anni. Quando diventerà generale un problema di cui oggi si sentono solo i primi effetti: non sarà più l’ente pubblico a poter garantire quell’assistenza che le famiglie non sono in grado di prestare.

Va letta in questo contesto la proposta da parte della Rsa Vannetti di due nuovi servizi «fuori convenzione». Vale a dire, a totale carico dell’utente, e quindi offerti al di fuori delle graduatorie di ammissione.

Il primo è un sollievo temporaneo per quelle famiglie che in un modo o nell’altro (cioè, direttamente o servendosi di una badante) riescono a gestire a domicilio l’anziano non autosufficiente. Uno studio compiuto nel 2012 proprio dalla Azienda Vannetti ha rilevato come anche in questi situazioni organizzate, rimanga un problema: la gestione di emergenze (come la malattia o un impegno di chi si prende cura dell’anziano) o anche solo l’esigenza di un supporto per alleviare un impegno gravoso al limite dell’insostenibilità. Chi si prende cura del familiare disabile ha bisogno di tirare il fiato. O, nel caso si tratti di una badante, ha ovviamente giorni di riposo e ferie che possono essere difficili da tamponare. A queste situazioni cerca di rispondere con la massima flessibilità possibile la proposta di quattro posti ulteriori, fuori graduatoria, al centro diurno. Un luogo sicuro, seguito da personale preparato, utilizzato già stabilmente da venti persone. A questi utenti fissi, si aggiungono ora i quattro posti «a gettone». Dalle 9 alle 18, c’è chi può prendersi cura dell’anziano in tutto e per tutto. Per poche ore o per l’intera giornata. L’accesso deve essere preceduto da un colloquio preliminare per focalizzare le esigenze dell’ospite, ma resta poi flessibile al massimo. Il costo è contenuto, spiegano i responsabile, al minimo indispensabile: i costi vivi del servizio. Che sono di 13,32 euro per la mezza giornata e 26,63 euro per la giornata intera, con in più 8,86 euro per l’eventuale pranzo.

Discorso diverso per i 14 posti letto in Rsa «non convenzionati». Qui infatti non si tratta nella maggior parte dei casi di affrontare un problema contingente e temporaneo, ma di dare risposta semplicemente alla carenza di posti letto convenzionati. Le liste di attesa sono lunghe ed i criteri di preferenza basati sulla gravità delle condizioni dell’aspirante ospite. Più aumenta la richiesta, più diventa difficile dare risposta tempestivamente alla oggettiva difficoltà della famiglia. I14 posti fuori convenzione servono a questo: stesso trattamento della normale Rsa, ma a carico della famiglia: 83,45 euro al giorno la retta, comprensiva di tutto. Il servizio è usufruibile al massimo per un anno. Periodo durante il quale, di regola, si avanza in graduatoria quanto basta per passare alla gestione ordinaria in Rsa.

Anche questa soluzione potrebbe essere utile per un sollievo temporaneo (per esempio, un paio di settimane di ricovero per consentire le ferie o comunque un temporaneo ristoro alla famiglia) ma di fatto i tempi massimi di rotazione previsti (un anno, appunto) finiscono per privilegiare degenze lunghe e farne semplicemente posti in più di Rsa. A pagamento perché la Provincia non riesce a coprirli. (l.m)

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