Pedaggi A22, da gennaio rincari del 6,9%

Nuovo salasso al casello dell'Autobrennero. L'amministratore delegato Duiella: «Aumenti imposti dal governo»



TRENTO. Le vacanze natalizie porteranno in dono nuovi aumenti sull'Autobrennero: in media il salasso sarà del 6,9 per cento. Gli uffici di via Berlino sono impegnati proprio in questi giorni a fissare le nuove tariffe, visto che per gli arrotondamenti ai decimi di euro ci saranno delle tratte che avranno pedaggi invariati e altre tratte che avranno invece aumenti a doppia cifra percentuale. Una cosa è certa: se andate a Bolzano oppure a Verona, l'aumento sarà assicurato. Il nuovo aumento segue di pochi mesi quello più lieve (+1,8 per cento) entrato in vigore solamente il primo luglio scorso. Come detto, i nuovi pedaggi non sono ancora stati fissati e calcolarli con esattezza non è così immediato per via degli arrotondamenti ai decimi di euro, ma contattato al riguardo l'amministratore delegato di Autobrennero, Paolo Duiella, conferma: «Dal 1º gennaio ci sarà un aumento medio del 6,89 per cento, anche se nelle tasche della Spa non finirà praticamente nulla». Come precisa il direttore di esercizio Enzo Giovanazzi, infatti, «si tratta della seconda tranche di aumenti previsti dal ministro Tremonti nella Finanziaria. Il canone che i concessionari come Autobrennero devono pagare all'Anas è stato ritoccato verso l'alto. A luglio la prima tranche: 1,8 per cento. Ora, per l'utente il rincaro dovuto alla concessione Anas sarà del 5,5 per cento. A ciò è da aggiungere l'adeguamento all'inflazione della tariffa unitaria chilometrica. Si tratta di un ulteriore 1,39 per cento, su cui l'A22 deve poi pagare le devoluzioni allo Stato». Sommando si ottiene quasi il sette per cento di rincaro dei pedaggi. Il presidente della società, Walter Pardatscher, tiene però a sottolineare: «Non è un aumento da poco, lo riconosco. Il problema maggiore è che a noi non viene in tasca nulla: per l'A22 non c'è alcun vantaggio. I nostri soci sono gli enti locali; se il surplus fosse redistribuito sul territorio, a favore del territorio, allora tutto sarebbe molto più digeribile. Ma purtroppo non è così». I nostri pedaggi, comunque, a detta di Pardatscher, «non sono elevati come in altre realtà. Rimangono ancora sostenibili». Nonostante la crisi, conclude, «a fronte di un calo vistoso dei transiti commerciali, non si è registrato altrettanto per quelli privati. La correlazione fra aumenti e calo di passaggi non è così netta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano